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Teresa Bertilotti, Anna Scattigno, (a cura di) – Il femminismo degli anni Settanta – 2005

Teresa Bertilotti, Anna Scattigno, (a cura di)
Roma, Viella, pp. XVIII-256, euro 22,00

Anno di pubblicazione: 2005

Questa raccolta di contributi riunisce alcuni degli interventi presentati alla Scuola estiva organizzata dalla Società italiana delle storiche nell’agosto-settembre 2004. Libro ricco di idee e di stimolante lettura, in esso l’esperienza seminariale e didattica di fine estate si traduce in una prosa scorrevole che riflette la dinamica degli scambi e le interazioni con il pubblico. In apertura della introduzione, le curatrici riassumono lapidariamente il problema che percorre l’intero volume: ?il femminismo degli anni Settanta è ancora in Italia un tema marginale nella ricerca storica? (p. VII). Sono state soprattutto le giornaliste, infatti, a riempire alcuni vuoti; ma il loro prezioso contributo non può sostituire un lavoro di ricerca approfondito, esteso geograficamente e trasversale nelle sue strumentazioni. Occorrono molte indagini a livello locale, osservano alcune delle autrici; come anche una più disinvolta utilizzazione delle fonti e delle prospettive di indagine ? testimonianze orali e scritture, ma anche ricerche intorno ai suoni e alle immagini, analisi dei paradigmi estetici, delle tecniche e delle culture dei corpi. Ciò che si impone nell’attualità, a distanza di svariati decenni dagli inizi del femminismo, in presenza di almeno tre generazioni di donne che studiano e sono presenti sulla scena pubblica e professionale, è impegnarsi per rovesciare la tendenza, accogliendo senza remore l’appello in tal senso che proviene da tutti i contributi del volume, e aprendosi ad apporti provenienti da ambiti esterni.
Si può inoltre osservare, senza timore di smentite, che ? con poche e isolate eccezioni ? l’assenza di analisi e di riflessioni articolate su quella esperienza effettuate negli ultimi anni va molto al di là della storia, e riguarda un po’ tutte le aree dove sono attive studiose che si richiamano al femminismo. Problemi affini si presentano in sociologia come in economia, filosofia e diritto, in medicina, letteratura, antropologia e scienze politiche, nelle arti visive, media, psicanalisi e religione, per non parlare del vasto ambito delle scienze naturali ed esatte. Sulle molteplici ragioni che si potrebbero addurre come spiegazione della carenza di studi (tra le tante: la tarda introduzione nelle nostre università e scuole dei women’s studies; la fuorviante preoccupazione di molte accademiche per tenere separata militanza e scienza ?vera’; la smisurata influenza sul piano teorico e politico di modelli interpretativi sostanzialmente astorici; ecc.) continueremo probabilmente a discutere ancora a lungo. Importa considerare che non solo di storia ha bisogno la riflessione sul femminismo degli anni ’70; né la storia da sola può restituire ? ma soprattutto riproporre e riprenderne alcune essenziali intuizioni ? una stagione indimenticabile di invenzioni, esperienze, sogni, programmi, alla quale anche si deve a buon diritto l’affermazione e l’allargamento della democrazia in Italia. Di questo e di altro, con orgoglio e apprensione, inquiete ma tenaci, scrivono nel volume Emma Baeri, Liliana Ellena, Manuela Fraire, Elda Guerra, Carmen Leccardi, Lea Melandri, Luisa Passerini, Elena Petricola, Anna Rossi-Doria.

Paola Di Cori