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Una biografia intellettuale di Vilfredo Pareto

Fiorenzo Mornati
Roma, Edizioni di Storia e Letteratura: 1. Dalla scienza alla libertà (1848-1891), 2015, 183 pp., € 28,00; 2. Illusioni e delusioni della libertà (1891-1898), 2017, 244 pp., € 38,00

Anno di pubblicazione: 2017

I due volumi, sui tre previsti, dedicati da Mornati alla ricostruzione di una «biografia
intellettuale» di Pareto rappresentano un contributo fondamentale per chiunque voglia
dedicarsi allo studio dell’economista italo-svizzero.
Uno dei contributi più originali del lavoro è la ricostruzione, molto accurata, degli
studi universitari di Pareto, quando cioè si forma quell’impronta metodologica destinata
a contrassegnare tutte le ricerche successive e basata sull’«orientamento secondo cui la
rilevanza euristica di una teoria dipende dalla solidità delle sue premesse più che dagli
sviluppi formali che le tecniche matematiche possono conferirle» (I, p. 25).
Con altrettanta cura vengono analizzate le vicende di Pareto manager dell’industria
del ferro, il quale non rifugge da pratiche collusive, dando prova al contempo di un temperamento
tutt’altro che conciliante. Temperamento che non faciliterà il suo tentativo,
fallito, di ingresso in politica. Liberista milliano, Pareto sul finire del secolo manifesta forti
convinzioni liberiste e antimilitariste, che lo portano ad avvicinarsi brevemente, faute de
mieux, al partito radicale.
La vera cesura nella vita di Pareto è rappresentata però dal suo ingresso nel mondo
accademico, quando è chiamato a sostituire Walras nella cattedra di economia politica
dell’Università di Losanna. Anche qui Pareto dà mostra del suo carattere attraverso
i rapporti difficili – se non burrascosi – con autorità universitarie e allievi. Nello stesso
tempo contribuisce – pur lamentandosi del livello degli studenti – a portare il numero
dei frequentanti da 5 a 56. L’attività nell’Università porta alla pubblicazione di una delle
opere più importanti nella storia del pensiero economico, il Cours d’économie politique.
Gli elementi analitici del testo sono scrupolosamente ricostruiti da Mornati, che ha intenzionalmente
ridotto al minimo i riferimenti alla bibliografia secondaria. Una scelta che,
se da un lato è coerente con l’impostazione del testo, dall’altro non aiuta il lettore a farsi
un’idea sul dibattito che si è sviluppato intorno alle analisi paretiane. Troviamo quindi
riproposte le apodittiche conclusioni sulla «falsa moneta» e sull’oro e l’argento frutto
di selezione naturale, il giudizio sul protezionismo («la protezione è una sciocchezza e
una frode e non c’è matematica che tenga»: vol. II, p. 128), destinato a essere rivisto nel
Manuale (come vedremo senz’altro nel terzo e finale volume) e la visione delle crisi come
elemento indispensabile alla creazione di nuovi equilibri.
Attenta e scrupolosa la parte dedicata alla ricostruzione della genesi della «legge dei
redditi», scaturita dalle ricerche empiriche tese a ricostruire le funzioni di domanda sui
dati disponibili. Pareto conclude che «l’aumento del benessere delle classi povere non è un
problema di distribuzione ma di efficienza produttiva e responsabilità demografica» (II, p.
200). Una conclusione che ben si attaglia allo scetticismo sulla possibilità di applicazione
pratica del socialismo.

Fabrizio Bientinesi