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L’Italia delle donne. Settant’anni di lotte e conquiste

Fondazione Nilde Iotti
Roma, Don- zelli, 344 pp., € 30,00

Anno di pubblicazione: 2018

Anche L’Italia delle donne, quinto volume edito dalla Fondazione creata da Mari- sa Malagoli Togliatti e Livia Turco, è rivolto a promuovere la cultura e la politica delle donne. Lo specifico approccio adottato dalle aa. è ben rappresentato dalla copertina del libro, che affianca – per la seconda volta nelle pubblicazioni della Fondazione – i volti di Nilde Iotti e Tina Anselmi, incarnazioni di un impegno nelle istituzioni e nei partiti che proprio dagli anni della presidenza Iotti alla Camera è improntato alla collaborazione fra comuniste e democristiane.
Il libro è pensato come uno strumento che opera su due piani. Nella prima parte – Le costituzionaliste dei diritti – sono raccolte testimonianze su Iotti e Anselmi che ci restituiscono, assieme al profilo delle due statiste, l’esperienza politica delle testimoni stesse e il contesto in cui esse hanno operato. Questa sezione comprende anche tre saggi e il corposo contributo introduttivo di Livia Turco, che oltre ad essere una puntuale e accurata ricostruzione dell’iter di quelle leggi che, dalla fondazione della Repubblica a oggi, muovendosi nello spirito e nella lettera della Costituzione hanno cambiato lo status giuridico delle italiane, si presenta anche come una sorta di testamento politico lasciato alle donne che vorranno raccoglierne il testimone.
L’altro piano su cui il volume si pone è quello scientifico: la seconda parte, Cittadi- nanza femminile: temi e problemi, raccoglie infatti contributi di studiose di varie discipli- ne, dalla storia, al diritto, alla filosofia politica. Sono saggi di carattere diverso: scandaglio di temi specifici, grandi sguardi d’insieme, ricostruzione di singole figure, dense riflessioni sulla cittadinanza femminile nella contemporaneità.
È merito delle aa. aver toccato i principali nodi della partita in cui si gioca oggi il futuro delle donne: il nesso fra cittadinanza e diritti riproduttivi, famiglia e filiazione, lavoro, istruzione. Mentre la difesa dei diritti acquisiti e il neopatriarcato si affrontano soprattutto ancora nella sfera privata, si rafforzano i processi di oggettivazione delle donne che ne spengono la libertà, condizionata inoltre dal diffondersi di un sessismo benevolo che sembra promuovere l’ascesa sociale delle donne salvo poi smentirla nella realtà. È questo anche il caso della conciliazione fra cura, maternità e lavoro extradomestico, in cui è tale lo iato fra norme di indirizzo ed effettive condizioni di lavoro, che essa diventa solo una proclamazione d’intenti anche a causa di un welfare sempre più ridotto e inaccessibile.
La posta in gioco è l’eguaglianza di fatto, che le costituenti vollero, nella persona di Teresa Mattei, inserire nell’art. 3. Il rischio che sembra correre oggi La lunga marcia delle donne italiane – come recita l’Introduzione – è la divaricazione di un percorso che in passato era unito: da un lato le donne consapevoli e attrezzate, dall’altro la maggioranza di donne che applica «alla realtà del loro essere soggette al dominio schemi di pensiero che sono il prodotto dell’interiorizzazione delle stesse relazioni di potere alla base dell’ordine simbolico» (p. 261).

Tiziana Noce