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La Cassa per il Mezzogiorno e la politica 1950-1986

Luigi Scoppola Iacopini
Bari-Roma, Laterza, 319 pp., € 24,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume si colloca nell’ambito della recente ripresa di studi sull’intervento stra- ordinario nel Mezzogiorno. La ricostruzione è di ampio respiro, arricchita dall’utilizzo, seppure non sistematico, di materiale archivistico inedito, in cui assume particolare rilievo la documentazione della Cassa.
Si riscontrano dunque elementi di novità, pur inquadrati nella classica ripartizione per temi. Le prime pagine, infatti, esaminano l’operatività dell’ente su bonifiche, strade, acqua ed energia, per poi passare all’industrializzazione e, infine, alla crisi dell’intervento straordinario. Sebbene il titolo sottintenda un approccio politico, tornano spesso – e non potrebbe essere altrimenti – le questioni economiche. Nel complesso affiora la strate- gia innovativa che determinò l’istituzione della Cassa, frutto della riflessione del «nuovo meridionalismo», sollecitata dal dibattito a livello internazionale su come imprimere lo sviluppo nelle aree depresse.
Fu questa l’epoca in cui, nella singolare sintonia creatasi fra tecnici e ceto politico, si poté considerare il Mezzogiorno come la «questione italiana». I risultati positivi segna- rono i primi vent’anni di attività della Cassa, pur in presenza di palesi criticità, attenta- mente indagate dall’a., che agirono da anticipatori dell’inversione di rotta manifestatasi nel corso degli anni ’70. Si tratta della parte più interessante del volume: quando all’ente, gravato di funzioni che andavano ben oltre quelle originarie, fu sottratta l’opportunità di procedere in autonomia nello stabilire piani di intervento e finalità. Secondo l’a. furono soprattutto il pan-regionalismo e il pan-sindacalismo a produrre le «invasioni di campo», con danni che si evidenziarono attraverso un crollo verticale di incisività nell’operatività della Cassa.
Forse all’analisi avrebbe maggiormente giovato un inquadramento di carattere in- ternazionale delle vicende, che con il cambiamento di congiuntura impedirono di poter fruire di importanti risorse finanziarie così come invece era accaduto per la prima stagione dell’intervento straordinario. Come pure in alcuni casi l’analisi tiene solo parzialmente conto delle indagini svolte negli ultimi anni sul meridionalismo. Importanti, anche per il valore di testimonianza e di attualizzazione delle problematiche, sono le interviste a Ge- rardo Bianco, Emanuele Macaluso e Claudio Signorile, poste in Appendice al volume.
Nel complesso si tratta di una lettura agevole – grazie a una scrittura lineare, che non penalizza la complessità delle questioni analizzate – e di una ricostruzione che stimola a pensare al presente, specie a livello di politiche pubbliche, oggi fortemente carenti e prive di una visione per lo sviluppo del Mezzogiorno. E se è vero che la storia non si ripete, è altrettanto certo che tra le sue missioni prioritarie vi sia quella di sottolineare la necessità di affrontare i problemi elaborando strategie ambiziose e di grande portata. Aspetto che si evince con chiarezza nel volume, e che per questo motivo ha il merito di adempiere anche a una significativa funzione civile.

Francesco Dandolo