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12 dicembre 1969

Mirco Dondi
Bari-Roma, Laterza, 245 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume è inserito nella nuova serie edita da Laterza sui «10 giorni che hanno fatto l’Italia». Dopo il 25 luglio 1943 e il 25 aprile 1945 questo volume su venerdì 12 dicembre
1969. In pubblicazione anche libri sulla spedizione dei Mille, sull’ingresso degli italiani a Roma, sulla marcia su Roma e poi sul rapimento di Aldo Moro.
Dunque la strage di Piazza Fontana a Milano. La sede della Banca nazionale dell’agri- coltura che è diventata tristemente nota non solo per 17 morti e 88 feriti ma anche perché diede inizio agli «anni di piombo». L’epoca dello stragismo che ha connotato tragicamente gli anni ’70 italiani. Mirco Dondi insegna a Bologna ma ha seguito da vicino i processi di Piazza Fontana, in primo luogo ricostruisce i fatti che sono quelli di una giornata già di festa con le vetrine illuminate e tanta gente in giro: è venerdì e si respira l’aria natalizia.
Alle 16,37 esplode la bomba squarciando i corpi di chi era dentro e anche delle famiglie fuori. Un’altra bomba rimase per fortuna inesplosa nella sede della Banca commerciale in Piazza della Scala. La strategia era quella di scatenare il panico nella popolazione.
Le indagini sono complesse e soprattutto ostacolate da depistaggi, omissioni e ritardi di vario genere. Solo nel 2010 si arriva a concludere che l’esplosivo era di origine Nato e proveniva dalla Germania. Le notizie all’inizio sono molto confuse e tendono ad accusare gli anarchici e in genere l’estremismo di sinistra. Domenica 14 a Milano è un giorno qua- si sospeso, molto dolore e poca gioia. Lunedì 15 con i solenni funerali in Duomo tutto il paese prende coscienza della tragedia. Subito dopo il «mostro» Pietro Valpreda viene sbattuto in prima pagina come presunto colpevole. Un’altra vittima innocente è Giuseppe Pinelli volato dalla finestra della questura milanese. Tutti e due anarchici e vittime colla- terali di un’inchiesta sbagliata.
Falsità e depistaggi vanno avanti almeno per dieci anni. Per tutti gli anni ’70 si con- tinuarono ad accusare anarchici e estremismi di sinistra. La verità comincia faticosamente a emergere solo alla fine degli anni ’90 e sfocia nei processi che si aprono nel 2000 e che individuano nella cellula di Ordine nuovo di Padova insieme ad altre cellule venete (pp. 158-159) i veri responsabili. Quindi, più di trent’anni dopo gli eventi.
Per i familiari delle vittime della strage rimane una tragedia inspiegabile che li tra- scina in una vita di stenti e grande difficoltà. Per tutti gli italiani sarà sempre la «madre di tutte le stragi» (p. 187). La discesa nell’abisso della tragedia, eppure quasi dimenticata.
Si tratta di un bel libro che unisce una apparente facilità nella narrazione ad una approfondita ricerca storica: le sentenze dei processi, la stampa di Milano e nazionale, canzoni e testimonianze varie. Cerca di fare luce su uno degli episodi più oscuri della nostra storia recente rimasto ancora largamente inesplorato.

Cecilia Novelli