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Breviario di un liberista eretico

Ernesto Rossi
a cura di Gianmarco Pondrano Altavilla, Soveria Mannelli, Rubbettino, 106 pp., € 10,00

Anno di pubblicazione: 2014

La figura di Ernesto Rossi ha conosciuto, a partire dalla pubblicazione nel 2009 del volume degli atti del convegno Ernesto Rossi. Un democratico europeo, una graduale ma costante riscoperta. S’inserisce a pieno titolo in questa traccia l’agile libretto curato con perizia e passione da Gianmarco Pondrano Altavilla e prefato da Gaetano Pecora. Siamo di fronte, come fa capire il titolo, non a uno studio su Rossi quanto piuttosto a un’intro¬duzione al suo pensiero attraverso brani tratti dalle sue opere. Il lavoro si articola in nove sezioni, ciascuna dedicata a problemi della vita associata ai quali Rossi applicò le proprie energie intellettuali: dalla difesa della democrazia liberale alle distorsioni dell’economia di mercato, dalla lotta contro i monopoli all’invasività del clericalismo, dalla sopravvi¬venza nell’economia dell’Italia repubblicana dei cascami del corporativismo ai metodi per combattere la miseria, fino alle soluzioni per assicurare a tutti i cittadini l’uguaglianza delle condizioni di partenza in modo da favorire un più giusto e ordinato sviluppo della società.
Colpisce particolarmente il lettore l’attualità di alcune considerazioni di Rossi, come non manca di far notare il curatore, in particolare riguardo a certi vizi italici presenti ancor oggi quando si tratta di risollevare le sorti di qualche industria «decotta» con «i nostri quattrini», come recita il titolo di una raccolta di articoli di Rossi datata 1964. O come quando, trattando della pubblica amministrazione, Rossi punta il dito contro i gabinetti ministeriali «che da organi di collaborazione dei ministri sono diventati dei veri superministeri, […] costituendo un pericoloso diaframma fra i ministri e le loro direzioni generali ed accrescendo la confusione, con i loro arbitrari interventi nei singoli affari della pubblica amministrazione» (p. 83).
Altre valutazioni di grande interesse, che si ritrovano nei brani di Rossi selezionati dal curatore, sono quelli relativi al finanziamento dei partiti e, più in generale, dell’attività politica. Lo sviluppo fino all’elefantiasi delle macchine-partito conduce, secondo Rossi, a degenerazioni clientelari e lobbistiche capaci di portare fino all’assoggettamento delle stesse istituzioni del paese ai voleri di potentati economici in grado di condizionare e alte¬rare, attraverso il finanziamento della politica, lo svolgimento della battaglia democratica. Infine, nell’ultima sezione, il curatore riserva alcune pagine alla battaglia che Rossi ha condotto, nel corso di tutta la sua esistenza, per aprire la società italiana — con autentico spirito illuminista — a quella cultura del dubbio che da Cartesio in poi ha favorito nelle società occidentali l’apertura al moderno in tutte le sue declinazioni, in opposizione a una Chiesa cattolica rimasta ancorata alle proposizioni del Sillabo.

Andrea Beccherucci