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Con moltissima passione. Ritratto di Giuseppe Verdi

Raffaele Mellace
Roma, Carocci, 302 pp., € 19,00

Anno di pubblicazione: 2013

Pubblicato da Carocci nell’anno del bicentenario verdiano, il saggio monografico
di Raffaele Mellace offre un dettagliato ritratto umano e intellettuale di Giuseppe Verdi,
ricomposto con perizia intorno a una chiave di lettura racchiusa nel motto impresso nel
titolo («con moltissima passione», tratto da una lettera di Verdi a Salvadore Cammarano
del 14 settembre 1848). Il modo in cui Mellace affronta la lettura della vicenda umana
e artistica di Verdi appare sin da subito «non convenzionale»: a cominciare dall’intricato
tempo del Bussetano, organizzato per «tappe» geografiche anziché attraverso la rigida
linearità diacronica, restituisce al lettore gli snodi principali intorno ai quali comporre
il ritratto dell’uomo e dell’artista (Le Roncole di Busseto Milano Parigi Venezia Roma
Napoli Genova). Una volta delineati gli spazi, rilegge il tempo di Verdi attraverso la più
aggiornata prospettiva storico-critica incardinata nell’associazione Verdi/Risorgimento:
delinea la parabola dell’«orientamento politico del compositore» (p. 76), espressione della
formazione politica del giovane Verdi svolta attraverso la frequentazione degli ambienti
milanesi, ne coglie l’evoluzione, ossia l’apertura dapprima (e fino al 1848) alle istanze
democratiche e mazziniane, quindi l’adesione a istanze liberali e filosabaude (dopo il fallimento
dei moti del ’48); contestualizza, «con debita circospezione» (p. 76), dati biografici
e titoli verdiani nel processo risorgimentale. In tal modo spiana la strada al lettore per
addentrarlo nelle specificità professionali del Verdi compositore: penetra i meccanismi
produttivi del teatro musicale dell’800, ne descrive gli attori principali (impresari cantanti
librettisti strumentisti pubblico). A fronte di una descrizione della complessità del
sistema, Mellace contrappone la dimensione «privata» del musicista, intessuta di relazioni
umane che sopravvivono al tempo e che superano i confini dell’agone operistico. Valgano
due esempi per tutti: i sodalizi con Cammarano e con Piave, animati entrambi da profonda
ammirazione professionale e da sincera dedizione. Qui trova capolinea la prima parte
del libro, quella intitolata «L’artista nel suo tempo».
La seconda obbedisce alle «strategie della passione»: confortato da una scrittura elegante
e spigliata, Mellace sfodera le sue qualità di profondo conoscitore dell’opera verdiana.
La prospettiva scenica si fa chiave interpretativa dell’ispirazione del grande «uomo di
teatro» (come amava definirsi Verdi), la fenomenologia delle passioni e dei comportamenti
umani si rivelano occasione per discutere modelli drammatici e fondamenti di poetica
che disvelano la vocazione europea del teatro verdiano.
Il libro è sussidio utile agli studiosi (e non solo di musica), a studenti e a cultori
di melodramma. Oltre agli indici delle opere e dei nomi, offre anche una cronologia, il
catalogo delle opere e le loro trame, e una bibliografia essenziale che registra le prospettive
critiche più aggiornate.

Maria Rosa De Luca