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Le edizioni Corbaccio. Storia di libri e di libertà – 2000

Ada Gigli Marchetti
Franco Angeli, Milano

Anno di pubblicazione: 2000

Biografia di Enrico dall’Oglio e storia della casa editrice Corbaccio, il libro è in gran parte incentrato sui rapporti fra l’editore, antifascista di simpatie social-riformiste, e la censura operata dal regime. In una prima fase, tra il 1925 e il 1937, le incursioni non sistematiche della censura nella produzione della Corbaccio, ottengono l’effetto di allontanare dall’Oglio dalla saggistica rivolta a un pubblico “alto” e politicamente consapevole, e di rivolgerlo verso una letteratura di consumo e verso la narrativa straniera. Declinano collane come Res publica (che aveva fra gli autori Amendola, Guglielmo Ferrero e Missiroli) e Confessioni e battaglie (che aveva pubblicato gli ultimi discorsi di Matteotti), e prendono piede Salvaneschi, Campanile, Scrittori di tutto il mondo in sodalizio con Gian Dauli (con Mann, Céline, Feuchtwanger, Galsworthy, Baudelaire, Schnitzler, Sinclair Lewis ecc.), I corvi, la prima collana universale economica, e la celebre Collana storica che, grazie soprattutto al contributo di Mario Mazzucchelli ed Eucardio Momigliano, introduce in Italia il genere della biografia storica romanzata.
Ma proprio in questo ri-orientamento editoriale – ci sembra una delle tesi di fondo del libro – Enrico dall’Oglio riesce a ricavare uno spazio importante nel mercato librario italiano e, raggiungendo un pubblico fondamentalmente più vasto nonché più ignorante, a trovare una funzione corrispondente ai propri ideali di editore inteso, non solo come “operaio dell’intelligenza altrui”, ma anche come persona in grado, attraverso il proprio lavoro, di “offrire indicazioni, stimoli, proposte di riflessioni di vita morale e culturale” a chiunque voglia in tal modo “costruire un po’ delle proprie conoscenze ed esperienze di vita”.
Anni di declino, invece, quelli tra il 1938 e il 1945: la politica di autarchia spirituale perseguita dal regime ostacola gravemente la produzione libraria soprattutto di testi stranieri. I titoli della Corbaccio sono drasticamente ridotti, e dall’Oglio, che il 30 luglio ’43 pubblica con Coscienza un’aperta condanna del regime (e contemporaneamente pensa alla costituzione del Partito democratico del lavoro) è costretto a rifugiarsi in Svizzera interrompendo la sua attività fino al 1945, quando, non a caso, medita di riaprire la casa editrice con una collana di biografie dedicate a grandi antifascisti.
Nonostante la brevità del testo (delle 186 pagine che lo compongono, ben 70 sono dedicate – e sono molto interessanti – al catalogo storico della Corbaccio diviso per autore, con 752 titoli, e per collana, ben 27), l’autrice offre in questo libro un buon saggio di storia dell’editoria e dell’industria editoriale in quanto storia della cultura nei suoi nessi con la storia politica: particolarmente riuscite e documentate, in questo senso, paiono le pagine dedicate alla politica della “bonifica del libro” operata dal Minculpop e quelle sulle relazioni fra dall’Oglio e altri ” come Luigi Gasparotto e Arnoldo Mondadori, e sui difficili e ambivalenti rapporti dell’intellighenzia in esilio con le autorità elvetiche.

Luisa Azzolini