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Adriano Betti Carboncini – Ferrovie e industrie in Toscana. Linee secondarie e industriali in Maremma e nell’Isola d’Elba – 2002

Adriano Betti Carboncini
Cortona, Calosci, pp. 404, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2002

Ospitato da una delle poche case editrici che con costanza e tenacia hanno proseguito in questi anni nell’investire sulla storia dei trasporti, sfruttando anche un serbatoio di clienti di opere di questo genere per nulla disprezzabile, l’ultimo libro di Adriano Betti Carboncini, nome ormai noto ai cultori di questi studi, completa ricerche già avviate in passato, raccogliendo tutto il materiale accumulato negli anni con attenzione e sensibilità. Il tema delle ferrovie industriali è di grande importanza nella storia otto-novecentesca del paese e la Toscana, su cui si concentra il lavoro del Betti Carboncini, risulta una regione particolarmente ricca di queste piccole linee. E’ la Maremma l’area nella quale questi brevi tratti furono pensati a supporto di attività industriali di regola legate ai prodotti minerari presenti in buone quantità, ma non dimentichiamo altre zone non meno rilevanti, come quelle delle cave di marmo, in cui l’associazione fra iniziative industriali e ferrovie fu altrettanto fruttuosa. Il libro ripercorre con grande puntigliosità le singole vicende, soffermandosi sugli svariati aspetti che ognuna tocca, da quello tecnologico a quello sociale senza trascurare evidentemente quelli legati alla storia d’impresa. Appassionato cultore di cose ferroviarie, Betti Carboncini dedica ampio spazio alla descrizione del materiale rotabile utilizzato su queste linee speciali, contribuendo ad irrobustire un ramo della storia dei trasporti, che già conta lavori di buona fattura. Al termine di questa precisa ricostruzione, il lettore ne trae la convinzione che, per un lungo periodo di tempo, l’attività mineraria toscana ha occupato una delle prime piazze dell’economia di quella regione e che senza le ferrovie, sia nell’Ottocento sia nel secolo successivo, tale attività avrebbe irrimediabilmente subito un rallentamento e in certi casi probabilmente non si sarebbe neppure sviluppata. Considerazione nell’occasione specifica non superflua, il volume è corredato di un apparato fotografico straordinario, altro elemento che conferma il grande impegno che sta dietro al libro e lo sforzo imponente, cui si è sottoposto l’autore per renderlo leggibile sia agli specialisti sia ai molti dilettanti colti, che il settore conta.

Andrea Giuntini