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Alfredo Buccaro, Salvatore D’Agostino (a cura di) – Dalla Scuola di applicazione alla Facoltà di Ingegneria. La cultura napoletana nell’evoluzione della scienza e della didattica del costruire – 2003

Alfredo Buccaro, Salvatore D’Agostino (a cura di)
Benevento, Hevelius, pp. 399, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume raccoglie gli atti del convegno su ?Scienziati-artisti?. Formazione e ruolo degli ingegneri nelle fonti dell’Archivio di Stato e della Facoltà di Ingegneria di Napoli, svoltosi nella città partenopea nel giugno del 2002 a latere di una mostra documentaria che ha dato conto dei risultati di un progetto, comune tra l’Archivio di Stato e la Facoltà di Ingegneria dell’Università ?Federico II?, di ricognizione di nuove fonti per la storia dell’ingegneria meridionale. E anche il convegno è nato dal confronto tra studiosi di diverse competenze, storici e docenti di discipline ingegneristiche e architettoniche; al tema principale della storia dell’ingegneria napoletana e del suo ruolo nella gestione del territorio e nella creazione di nuove infrastrutture, si è così intrecciato quello dei suoi complessi e a lungo conflittuali rapporti con l’architettura, con una forte proiezione sulle tensioni del presente legate ai nuovi ordinamenti didattici che prevedono inedite figure di ingegneri edili-architetti, che in prospettiva potranno risolvere la secolare scissione tra ingegneri e architetti.
I contributi si organizzano intorno a due temi principali. Il primo è relativo alla storia della figura professionale dell’ingegnere civile meridionale, alla sua formazione istituzionalizzata ? con particolare riferimento alla Scuola di applicazione di ponti e strade (1811), all’effimera esperienza della Scuola Politecnica (1811-1814) e ai loro rapporti con il ?modello francese’, alla Scuola di applicazione postunitaria (1863) e all’Accademia di belle arti ? e alla sua attività all’interno del Corpo degli ingegneri di ponti e strade. Tra gli altri, segnaliamo la ricognizione di De Mattia sulle fonti archivistiche per la storia dell’ingegneria napoletana, l’intervento di Foscari su L’ingegnere nelle province, relativo al ruolo di rappresentanza dello Stato svolto dagli ingegneri nella gestione del territorio in contrapposizione agli interessi locali ? da quelli dei contadini a quelli dei grandi proprietari e dei notabilati ?, a cui si può ricollegare la ricognizione di Di Biaso sul ruolo ? attraverso l’esame dei suoi scritti ? svolto da Carlo Afan de Rivera, vero padre fondatore della moderna ingegneria meridionale, in relazione alla tutela ambientale.
La seconda parte del volume raccoglie contributi riguardanti la storia di alcune discipline ingegneristiche e architettoniche in relazione sia alla nascita di nuove specializzazioni sia alla loro pratica didattica: sono interventi affidati agli stessi docenti e cultori di quelle discipline, i quali si cimentano con l’analisi storiografica con talune ingenuità critiche ed esiti talora cronachistici, talora eccessivamente proiettati in sintesi onnicomprensive e alla fine un po’ generiche. Comunque il volume è utile per lo sforzo di far interagire competenze diverse, la forte proiezione sui problemi del presente, gli interrogativi sul ruolo della cultura tecnica nello sviluppo del Meridione.

Alessandra Ferraresi