Anno di pubblicazione: 2009
Il viaggio di formazione degli architetti tedeschi nell’Italia dell’800 è il tema del volume di Maglio, il quale ha ricostruito gli itinerari dei maggiori esponenti della cultura architettonica germanica grazie a un’analitica ricerca condotta negli archivi di entrambi i paesi. L’impatto con la Land der Wunder, terra delle meraviglie, come è definita la penisola italica, è un’esperienza fondamentale per diverse generazioni di architetti a partire da Karl Friedrich Schinkel. L’eterogeneità formale che caratterizza l’architettura tedesca, a seconda degli ambiti regionali, ha influito sulla scelta metodologica di ripartire lo studio in base alle diverse «scuole»: Berlino, Monaco e Karlsruhe. L’a. presenta il mito dell’Italia come repertorio enciclopedico di architetture storiche che offrono ai giovani viaggiatori l’occasione di studiare ed elaborare nuove teorie. Infatti i viaggi di studio sono momenti di riflessione sul rapporto antico e moderno e sullo statuto della professione di architetto in un contesto culturale europeo nel quale intellettuali e artisti ambiscono a una dimensione internazionale del sapere architettonico. A questo proposito è emblematica l’esperienza italiana di Jacob Ignaz Hittorff che produce una trilogia di scritti accompagnati da disegni sull’architettura antica siciliana, su quella moderna e su quella policroma del Tempio di Empedocle a Selinunte. Lo studio di Hittorff fa emergere un’importante novità nella storia dell’arte con la scoperta dell’uso del colore nei templi ed evidenzia come il linguaggio classico si sia imposto nell’architettura «moderna» dal medioevo al barocco siciliano. Il lavoro di Hittorff rimette in discussione la tendenza dell’eclettismo a impostare la propria ricerca sulla catalogazione di forme e di tipologie e si impone come una riflessione sull’origine degli stili architettonici ricercando precise genealogie nell’antichità.Il volume di Maglio dimostra che il tour di formazione dell’architetto tedesco costituisce una fonte di innovazione e di ricerca di modelli da esportare e da fare circolare nell’Europa ottocentesca. Basata su un ricco materiale d’archivio per lo più inedito, la pubblicazione si distingue anche per un ricco e importante apparato iconografico costituito dai disegni e dagli schizzi di viaggio. Come sottolinea Fabio Mangone nella prefazione, questo studio offre l’opportunità di rinnovare la «riflessione storico critica sull’architettura dell’Ottocento» e di collocare gli esiti dell’eclettismo in una dimensione internazionale che non sia dominata solo da approcci stilistici convenzionali e locali. Il merito del lavoro di Maglio è quello di avere rinnovato la storiografia architettonica in rapporto al tema del viaggio come momento decisivo per la formazione dell’architetto e come circolazione di idee e di modelli che arrichiscono il dibattito culturale ottocentesco. Inoltre l’a. restituisce una storia del paesaggio italiano, l’immagine dell’Arcadia elaborata dagli stranieri, che sollecita nuove riflessioni sul rapporto tra memoria, racconti di viaggio e architettura.