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Angiolina Arru, Franco Ramella (a cura di) – L’Italia delle migrazioni interne. Donne, uomini, mobilità in età moderna e contemporanea – 2003

Angiolina Arru, Franco Ramella (a cura di)
Roma, Donzelli, pp. 390, euro 32,00

Anno di pubblicazione: 2003

Sottolineano i due curatori che il rinnovato interesse per la storia dell’emigrazione italiana è stato pungolato dalle immigrazioni degli ultimi decenni verso la penisola. Un interesse storiografico interno ad un vasto movimento culturale che concerne la diffusione di memorie, di servizi giornalistici, di programmi televisivi che affrontano, alcune volte riproducendo vecchi stereotipi, il tema dell’emigrazione italiana. Se il revival memorialistico spesso si articola intono all’idea che i ?nuovi? immigrati sono simili ai ?nostri? emigranti, così nascondendo e contribuendo a mistificare le specificità e i rapporti di potere che connotano le migrazioni nel contesto contemporaneo, la storiografia può, come nel caso del volume in questione, volgere uno sguardo al passato che sfida le consuetudini teoriche e metodologiche. La raccolta di saggi si occupa prevalentemente di mobilità piuttosto che di migrazioni. Si tratta di una categoria al centro del dibattito internazionale e che ha il merito di arricchire i soggetti e i quadri teorici degli studi delle migrazioni: il genere sessuale, l’interculturalità, la circolazione di soggetti e di pratiche, la multipla cittadinanza, la rottura di una rigida divisione tra partenza e arrivo, la soggettività ?migrante? sono solo alcuni dei temi e degli strumenti analitici introdotti dall’idea di mobilità. Il libro curato da Arru e Ramella ha il merito di confrontarsi con questa nuova complessità e di calarla in luoghi e tempi dell’Italia moderna e contemporanea. Roma, Torino, Napoli sono i principali contesti urbani che studiosi e studiose analizzano in relazione alla presenza di svariati gruppi di uomini e donne in movimento in specifici momenti della storia urbana: fruttaroli milanesi e merangolari napoletani nella Roma del Seicento (Eleonora Canepari); impiegati forestieri a Napoli nell’Ottocento (Giulio Marchetti); operai meridionali nella Torino del boom economico (Franco Ramella) sono alcuni esempi. I vari saggi condividono inoltre un approccio teorico e metodologico di storia sociale. Le fonti analizzate sono atti e registri matrimoniali, statuti giuridici personali e atti notarili, il credito degli immigrati e le loro rimesse, le scelte matrimoniali e commerciali, i racconti della mobilità lavorativa degli operai meridionali a Torino. Queste fonti e un approccio che privilegia l’angolazione dei meccanismi sociali sottolineano il peso delle reti e dei legami sociali come fattori di scelta, di opportunità, di costrizione e di trasformazione per le donne e per gli uomini migranti così come per le società e per gli ambiti da loro attraversati. Per concludere, si spera che questo libro abbia inaugurato un nuovo ciclo di studi sui movimenti di popolazione all’interno della penisola.

Enrica Capussotti