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Anna Rossi-Doria – Dare forma al silenzio. Scritti di storia politica delle donne – 2007

Anna Rossi-Doria
Roma, Viella, XIX-320 pp., Euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2007

Gli scritti qui raccolti parlano di una lunga stagione di riflessioni e di studi legati a filo doppio a una «scelta di vita» maturata nelle esperienze pratiche e teoriche del movimento neofemminista (qui rievocato con puntiglioso orgoglio attraverso un’ampia riconsiderazione del 2005: pp. 243-265), di cui si ha un chiaro esempio nei cinque brevi interventi della seconda parte, che mettono in scena l’emergere delle domande sul carattere sessuato del tempo e dell’individuo, della politica e della moderna democrazia che da allora hanno nutrito le ricerche dell’a. su L’altra metà della storia (come suona il titolo della breve sezione, pp. 267-309): quella che – riscattando le donne dal silenzio «antico, profondo, tenace» (p. XI) che da sempre le avvolge e nasconde – spinge anche a «cambiare le domande» poste alla storia, e in prospettiva a infrangere il non detto su cui si è strutturata, a evidenziarne la strenua parzialità.Mi è cara un’idea di uguaglianza, scriveva l’a. nel 1987 per segnalare le sue perplessità rispetto alle elaborazioni della Libreria delle Donne di Milano (p. 301). E quanto questo sia vero lo conferma l’ostinazione con cui essa ha continuato a lavorare intorno a quel concetto-cardine, emblematico delle paure e delle aspettative che hanno scandito il processo di modernizzazione e che inquietano il nostro presente. Compatibilità e contenuti del binomio uguaglianza/differenza sono fin dal titolo al centro del saggio del 1983 sulle tappe della legislazione protettiva del lavoro delle donne nell’Inghilterra vittoriana (Uguali o diverse?), ma costituiscono anche l’evidente sottofondo dei saggi su Le idee del suffragismo (1990), sulla difficoltà delle donne a percepirsi e ad essere percepite come «capaci di rappresentanza universale» (Rappresentare un corpo, 1994), fino all’accurata ricostruzione dei percorsi de Le donne sulla scena politica italiana agli inizi della Repubblica (1994), per rifrangersi nelle problematicità che sono al centro del saggio su Diritti delle donne e diritti umani (2006), ovvero sulle crescenti difficoltà di accesso delle donne a diritti riconosciuti come universali per effetto della contrapposizione fra la tutela (complessiva) dei diritti delle minoranze etniche (o meglio del loro patrimonio culturale tradizionale) e i diritti (individuali) delle donne che ne fanno parte: difficoltà che ripropongono il problematico «intreccio tra universalismo e particolarità» (p. 308) che ha connotato tutta la battaglia per l’accesso delle donne ai diritti individuali e di cittadinanza degli ultimi due secoli.Attenti a legare gli interrogativi teorici alla ricerca concreta, i fatti e i linguaggi, le «narrazioni» e gli eventi, e proprio per questo singolarmente ricchi di indicazioni e suggestioni di lettura, questi saggi si segnalano per la capacità di articolare la ricerca intorno a un’idea forza senza restarne prigionieri e senza pretendere di ingabbiarla in formule precostituite. Tanto che per valutare la sostanza e i meriti del volume in cui essi hanno preso nuova vita viene fatto di dire – come fa l’a. per il suffragismo – che «il percorso conta quanto e forse più del risultato» (p. 108).

Simonetta Soldani