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Antonio Acerbi (a cura di) – La Chiesa e l’Italia. Per una storia dei loro rapporti negli ultimi due secoli – 2003

Antonio Acerbi (a cura di)
Milano, Vita e Pensiero, pp. 524, euro 38,00

Anno di pubblicazione: 2003

Questo volume, che raccoglie gli atti del convegno su Chiesa italiana? Italia cattolica? organizzato dal Dipartimento di scienze religiose dell’Università del S. Cuore di Milano nel 2001, è l’ultimo lavoro di Acerbi, professore di storia del Cristianesimo e direttore di quel Dipartimento, morto improvvisamente a 68 anni il 28 aprile 2004. Il volume raccoglie i contributi di vari colleghi sul tema cruciale del peso reale del Cattolicesimo in una ?identità italiana? sempre in bilico fra rivendicazioni retoriche ed edulcorazioni sociopolitiche: F. Traniello, G. Goisis, L. Pazzaglia, F. De Giorgi, R.P. Violi, G. Verucci, G. Formigoni, G. Vecchio, P. Cafaro, R. Moro, G. Romanato, A. Giovagnoli, F. Mazzonis, P. Scoppola, A. Canavero, G. Rumi, C. Lanzetti e lo stesso Acerbi esplorano molte piste, spesso sintetizzando efficacemente le tematiche di cui sono indiscussi specialisti. Così è per i saggi sull’educazione cattolica di Pazzaglia, sul confronto con l’Italia laica di Verucci, sul profilo del prete italiano di Guasco, per Scoppola sulla DC. Altri aprono piste più nuove (come quella sui molteplici ?guelfismi? censiti da Vecchio o l’intuizione assai stimolante di Moro a una connessione fra antisemitismo e antiprotestantesimo nella ideologia dell’italianità, fascista e non solo) o più globalmente fanno stato di un tema che nelle molte storie dell’Italia repubblicana, dell’Italia religiosa e del secondo ?900 viene valorizzato, anche se non sempre con apporti documentari nuovi che richiederebbero scavi d’archivio, individuazione dei casi eloquenti, comparazioni più ampie. In fondo storicizzare la categoria dell’Italia è complesso quando la si commisura ad una Chiesa che vede arrivare gli ?italiani? nella Curia romana di funzionari nati papalini e nel Parlamento durante il primo dopoguerra con maggior diffidenza di quella che accoglierà i ?forestieri? sotto Paolo VI.
Tuttavia l’occasione e l’inopinato carattere finale che il volume ha assunto nell’operosa vita di Acerbi rende particolarmente attenta la lettura del suo capitolo dedicato alla Chiesa italiana fra la fine del Concilio e la fine della DC: non è questa l’occasione che gioca volontariamente ? provocatoriamente? ? sulla equipollenza fra eventi di magnitudo così diversa per avviare una discussione critica che dovrà proseguire con gli scritti e sugli scritti dello studioso lodigiano. Tuttavia proprio la paradossale simmetria da lui messa in luce riassume l’asse della sua ricerca sul rapporto spaesante fra Chiesa e democrazia come titolava la sua raccolta di saggi del 1991: dopo Jemolo abbiamo avuto molti importanti lavori, fra i quali anche questo convegno, e stiamo spingendoci a indagare i piombatissimi anni Settanta, l’avvio del pontificato di Giovanni Paolo II e le fasi di una CEI che è sempre sul punto di nascere e sembra fatalmente ripiegarsi sulla ?anomalia? della conferenza che ha per primate il papa e per antenna la sua Curia. Una nuova sintesi, una nuova spanna degli ?ultimi cent’anni? è il tema attorno al quale andavano apparentemente concentrandosi gli interessi di Acerbi, interrotti tragicamente dalla sua scomparsa, ma non per questo caduti dall’agenda della comunità scientifica che lo ricorda con affetto.

Alberto Melloni