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Antonio Cardini (a cura di) – Il miracolo economico italiano (1958-1963) – 2006

Antonio Cardini (a cura di)
Bologna, il Mulino, 312 pp., euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2006

Il volume raccoglie gli atti del convegno dedicato a Il miracolo economico, tenutosi presso la Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Siena nel gennaio 2006. All’introduzione di Antonio Cardini seguono brevi saggi firmati da Jacopo Mazzini, Angelo Varni, Valerio Castronovo, Adriana Castagnoli, Stefano Maggi, Enrico Menduni, Barbara Rossi, Paolo Sorcinelli, Cecilia Dau Novelli, Simona Colarizi, Maurizio Degl’Innocenti, Guido Melis.Nel mirino degli interventi la ricostruzione dei rapidi cambiamenti strutturali del tessuto economico, sociale e culturale del paese, il ruolo della grande industria e degli imprenditori «grandi e piccoli»; i mutamenti nel campo del costume, della morale, della sessualità, dei media e dei consumi: ecco la diffusione della 600 e del telefono, la nascita della televisione, l’arricchimento dietetico, le spesso inconsulte trasformazioni urbanistiche, l’impatto della trasformazione sulle donne in termini sociali, professionali, culturali; infine, sguardi ai partiti politici di fronte al cambiamento del costume e alla svolta del centro-sinistra, (dunque volti alle «conseguenze» politiche del boom), e al ruolo di un’amministrazione pubblica rivelatasi inadeguata al compito.Nel complesso, intelligenti considerazioni di sintesi che paiono in sostanza confermare consolidate interpretazioni e periodizzazioni del «miracolo» italiano: la fase preparatoria degli anni Cinquanta, con un rispettabilissimo tasso medio annuo di crescita del pil pari al 5,3 per cento tra 1952 e 1958 (forse qualcosa di più di una semplice «fase preparatoria» o di «segnali incoraggianti»); la sostenuta espansione del 1958-63, il ruolo trainante della componente estera e degli investimenti in macchinari, infrastrutture e mezzi di trasporto, l’effetto virtuoso del trattato di Roma, il pieno impiego, la forte stabilità monetaria, il dualismo territoriale e settoriale. In assenza di analisi di più lungo periodo o di non episodiche riflessioni comparatistiche sui numerosi ? e più prolungati ? «miracoli» coevi (penso ad esempio ai lavori di M. Salvati, Economia e politica in Italia dal dopoguerra ad oggi, Milano, Garzanti, 1984, o di H. van Der Wee, L’economia mondiale tra crisi e benessere. 1945-1980, Milano, Hoepli, 1989), al centro di molti interventi sembra collocarsi l’idea di una frattura epocale tra un lungo passato rurale e un improvviso ingresso nella modernità industriale. In particolare nell’introduzione del curatore, dedicata a La fine dell’Italia rurale e il miracolo economico, la proposta di periodizzazione appare spinta alle sue estreme conseguenze, invitando a leggere gli anni del boom come il traumatico decesso di una millenaria Italia rurale, e dei suoi rapporti città/campagna e contadini/proprietari. Così, un forse eccessivo desiderio di sintesi induce talvolta interpretazioni poco condivisibili: «Questo mondo italico frutto di sedimentazioni millenarie giunge sino alla seconda guerra mondiale. Per tenerlo immutato, anzi, la borghesia liberale instaura il fascismo» (p. 10).

Carlo Fumian