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Archivio Centrale dello Stato – Fonti per la storia della scuola, vol. V, L’istruzione universitaria (1859-1915), a cura di Gigliola Fioravanti, Mauro Moretti, Ilaria Porciani, Roma – 2000

Archivio Centrale dello Stato
Pubblicazioni degli archivi di Stato. Fonti XXXIII, Ministero per beni e le att

Anno di pubblicazione: 2000

Questo quinto volume di una collana dedicata alle fonti per la storia della scuola affronta la storia dell’Università nell’età liberale illustrando, in successione: il difficile passaggio dall’ordinamento accademico del Regno di Sardegna a quello dell’Italia unita; la questione dell’applicazione unitaria della legge Casati del 1859 ad un complesso di situazioni regionali molto diversificate; le scelte di fondo compiute già negli anni sessanta a favore del modello humboldtiano dell’università dei dotti che non verso l’altro modello possibile, quello dell’università professionalizzante. E ancora: la dialettica tra università “complete” (cioè comprendenti tutte le facoltà) e piccoli atenei provinciali finanziati dagli enti locali; l’ambigua presenza nel sistema delle università “libere”; le carriere dei docenti (reclutamento, avanzamento, status del professore universitario, libertà dell’insegnamento, libera docenza); le scuole accademiche; i corsi e gli esami; le ricorrenti mobilitazioni studentesche. Le fonti (come chiarisce l’efficace nota introduttiva di Gigliola Fioravanti) presentano certamente delle lacune ma possono in compenso giovarsi di acquisizioni recenti che arricchiscono di molto il panorama e suggeriscono talvolta nuove direzioni alla ricerca. La scelta documentaria (che da sola occupa i due terzi abbondanti del volume) riflette bene le curiosità e le ipotesi di lavoro di una storiografia che da qualche anno si misura con ottimi risultati sulla storia dell’università nell’Italia unita.
I documenti sono divisi in quattro sezioni: la prima è dedicata soprattutto agli anni postunitari, segnati dalla tensione tra istanze centralizzatrici e resistenze autonomistiche; la seconda è volta a cogliere il dibattito sulle riforme nel suo farsi quotidiano, attraverso la dialettica tra gli addetti ai lavori (prevalgono dunque le relazioni riservate, i verbali di organi collegiali, i pareri, le note al ministro, persino le lettere personali); la terza indaga “La gestione ordinaria del sistema” tra la fine dell’Ottocento e la Grande Guerra; la quarta mira infine a documentare alcuni “Aspetti della vita universitaria…” quali il reclutamento dei docenti, la costruzione delle attrezzature scientifiche, la circolazione tra centro e periferia dei finanziamenti, l’ordinamento delle singole facoltà e la mobilitazione degli studenti.
Il quadro che ne scaturisce è naturalmente il risultato delle scelte compiute dagli autori. Ha però il merito di offrire una selezione di temi tutti di sicura rilevanza storiografica. Ne viene la conferma di certe specificità italiane: il compromesso iniziale tra centralizzazione e dispersione degli atenei; l’assenza di riforme radicali (compensata però dal proliferare delle “leggine”); la sostanziale tenuta delle libertà accademiche, intese però come spazi per il potere corporativo dei docenti.

Guido Melis