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Bandiera rossa trionferà? L’Italia, la Rivoluzione di Ottobre e i rapporti con Mosca 1917-1927

Elena Dundovich
Milano, FrancoAngeli, 196 pp., € 27,00

Anno di pubblicazione: 2017

l centenario del 1917 è stato occasione, tra le diverse pubblicazioni, di alcune riproposizioni sul tema dei rapporti tra l’Italia e la Russia rivoluzionaria nell’immediato svolgersi degli avvenimenti e sugli sviluppi successivi alla Rivoluzione russa per le relazioni tra i due paesi nel contesto internazionale. Il libro di Elena Dundovich, che già si è occupata a lungo dei rapporti tra gli italiani e la Russia sovietica, ma prevalentemente ponendosi dall’altra parte, dal punto di vista delle vittime del sistema repressivo dell’Urss negli anni ’30, è articolato su entrambe le direzioni di ricerca sopra indicate e presenta anche, malgrado la dimensione nel complesso contenuta dell’opera, una rassegna di lungo periodo sulla storiografia italiana e sovietica della Rivoluzione russa (oltre a contenere un’Appendice di brani della stampa italiana nei giorni della Rivoluzione).
Delle tre parti che quindi compongono il libro, la prima (L’Italia tardo-liberale e l’Ottobre) sembra avere soprattutto una funzione di premessa storica, mentre la seconda (L’Italia di Mussolini e il Narkomindel) è senz’altro la più significativa, anche se il tema è già stato oggetto di studi importanti come quelli di Giorgio Petracchi, a cui l’a. spesso, e giustamente, si richiama. Questo vale sia per la documentazione utilizzata – in particolare quella consultata presso l’Archivio del Ministero degli Esteri di Mosca, soprattutto il fondo del titolare della politica estera sovietica fino al1930, Georgij Čičerin – sia per la collocazione dei rapporti dell’Italia con la Russia nel quadro delle alleanze della guerra mondiale prima, e della visione e delle pratiche della politica estera di Mussolini fino al 1927, poi.
Per quanto riguarda la rassegna storiografica (Uno sguardo alla storiografia italiana e sovietica sulla Rivoluzione), sembra sicuramente valida l’idea di utilizzare il succedersi dei decennali dell’Ottobre, in tutta la storia dell’Urss, come occasioni per verificare come la visione storica della Rivoluzione si sia adeguata agli impulsi e alle imposizioni delle diverse fasi politiche. Ma il tutto finisce per essere oggetto di uno sguardo eccessivamente rapido (l’abbondanza dei materiali produce a volte il rischio di una semplice elencazione o l’impressione di un assemblamento perfino un po’ sovietico, senza d’altra parte evitare alcune lacune) e non è chiaro neanche, perché non giustificato dalla tematica delle precedenti due parti del libro, l’accostamento in parallelo della storiografia sovietica con quella italiana.
I temi delle prime due parti ritornano invece nelle Conclusioni, che riprendono i meccanismi in esse evidenziati dell’emulazione, del contagio, della Realpolitik, dell’attenzione al contesto europeo, e tracciano con chiarezza un bilancio di questa fase della politica estera mussoliniana verso la Russia, che ne mette bene in luce il carattere in ultima analisi velleitario.

Andrea Panaccione