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Barbara Dawes – La rivoluzione turistica. Thomas Cook e il turismo inglese in Italia nel XIX secolo – 2003

Barbara Dawes
Napoli, Edizioni Scientifiche Italiane, pp. 189, euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2003

Qualche anno fa in Italia è stato pubblicato dalla casa editrice Il Mulino la traduzione di un importante studio di John Pemble del 1987, dal titolo La passione del Sud. Viaggi mediterranei nell’Ottocento. In questo libro Pemble, pur rimandando quasi esclusivamente a fonti letterarie, rende un affresco ricchissimo della cultura inglese di età vittoriana ed edoardiana e dei suoi atteggiamenti culturali nei confronti del viaggio verso il Sud, ma anche delle prime forme di organizzazione dei servizi turistici nell’area mediterranea e in particolare italiana, delle destinazioni, dei motivi nascosti, degli itinerari seguiti nei viaggi, dell’immaginario che spinge gli inglesi a lasciare l’Inghilterra, delle loro impressioni sui luoghi visitati, dei rapporti con la popolazione locale, eccetera. È su questi temi che ritorna l’agile volume di Barbara Dawes, che spesso rimanda proprio al lavoro di John Pemble. Dawes racconta infatti del turismo britannico in Italia nel corso dell’Ottocento.
Nella storia del turismo italiano l’attività di Cook si colloca nella fase della cosiddetta prima industrializzazione del turismo, fase nella quale l’Italia, svolgendo un ruolo sostanzialmente passivo, è oggetto di interessi e, ovviamente, di attenzione da parte di imprese straniere, che suppliscono alla carenza di offerta e di organizzazione di servizi.
Nel panorama degli studi italiani, le prime esperienze che fa Thomas Cook nell’organizzazione dei servizi di trasferimento e di soggiorno in Italia sono già state per alcuni aspetti individuate e descritte. È invece certamente interessante e inedita l’attenzione che Dawes manifesta nel capitolo nel quale segue l’evoluzione dei rapporti e degli accordi che Cook stringe con le compagnie ferroviarie nazionali, con le compagnie di navigazione e di carrozze nel corso della seconda metà dell’Ottocento. Dawes fonda la sua analisi su «The Excursionist», il periodico della stessa Casa Cook, e sui contratti con le compagnie di trasporto, consultabili presso l’archivio inglese. Si tratta di un passaggio nel quale si intrecciano le questioni relative alla recente unificazione italiana, la costruzione delle ferrovie, le politiche di sviluppo e l’elaborazione delle esperienze di organizzazione di servizi nel turismo.
La vastissima produzione di resoconti di viaggio offre poi all’autrice l’opportunità di commentare tre testi conservati nell’Archivio storico della Thomas Cook, dei quali la Dawes pubblica in appendice alcune pagine: quelli di due nubili inglesi (uno del 1877 e l’altro del 1897) e di un parroco gallese che viaggia in Italia e in Terra Santa nel 1896.
L’ultima parte, dedicata alle località che, anche sotto la spinta dell’organizzazione di Cook, andranno a costituire il cosiddetto sistema turistico del golfo di Napoli, riprende purtroppo, con poca innovazione, una bibliografia di taglio localistico.

Annunziata Berrino