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Carlo Fantappiè – Chiesa romana e modernità giuridica – 2008

Carlo Fantappiè
Milano, Giuffrè, XLVI-1282 pp., euro 110,00

Anno di pubblicazione: 2008

Si tratta di un’opera importante di uno storico maturo che si muove con sicurezza nell’ambito della storia istituzionale e della storia della cultura giuridica, tra età moderna ed età contemporanea. L’ambito problematico di lungo periodo mette capo ad un testo corposo, in due volumi. Il primo tomo, L’edificazione del sistema canonistico (1563-1903), dopo aver tracciato la formazione del paradigma sistematico, si sofferma sulla ricostruzione del «modello romano», dopo gli sconvolgimenti della Rivoluzione francese. L’attenzione è rivolta ai vari approcci sistematici del diritto canonico, in particolare quelli che emergono nell’ambito del riordinamento degli studi giuridici a Roma, tra gli anni ’20 dell’800 e i primi del ‘900 (con una particolare focalizzazione sul pontificato di Leone XII). Il secondo tomo è dedicato al Codex iuris canonici piano-benedettino del 1917, la cui stesura avvenne sotto l’egida di Pietro Gasparri, poi segretario di Stato con Pio XI. Dopo uno studio sulla formazione e le prime prove del Gasparri, ci si focalizza sui dibattiti dottrinali, sulla scelta di Pio X per la codificazione e sui lavori di stesura (1904- 1917). Cuore dell’opera, vero «libro nel libro», di grande interesse per i contemporaneisti è la Parte IV: Chiesa romana e progetto codificatorio (pp. 807-1160). Qui l’a. studia le componenti ideologico-culturali del Codex, delinea quelli che a suo avviso sono «due disegni in parallelo» (di Pio X e di Gasparri), svolge considerazioni finali sul senso storico complessivo della codificazione canonica. L’a. fa ben vedere come lo ius publicum ecclesiasticum, sorto come teoria moderna tendente a legittimare le Chiese nazionali diviene nell’800, dopo una sua rilettura in senso curiale, veicolo dell’accentramento romano e papale. Da esso si sviluppa la codificazione del diritto canonico (sulla base della riduzione del «mistero» della Chiesa alla Chiesa-società): «Contraccolpo inevitabile è un processo di secolarizzazione dell’ecclesiologia che conduce a stabilire concetti, metodi, tecniche di equivalenza giuridica tra la struttura istituzionale della Chiesa e la costituzione degli Stati» (p. 822). Indubbiamente, in questo lavoro, l’intreccio tra registro cronologico e registro problematico rende necessaria una ripresa di motivi già trattati: tuttavia tale tessuto connettivo qualche volta si trasforma in «tessuto adiposo» con ripetizioni che hanno fatto lievitare l’opera (probabilmente ostacolandone ? ma ci auguriamo di no ? la ricezione fra gli studiosi). In generale e conclusivamente, si può osservare che questa ricerca ? per le sue travature portanti e per i preziosi approfondimenti ? si rivela molto utile per quegli storici che lavorano a focalizzare storicamente e ricostruire i processi di «modernizzazione ecclesiale», considerando metodologicamente (sul piano storiografico) e nel merito (sul piano storico) il parallelismo Stato-Chiesa.

Fulvio De Giorgi