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Carlotta Sorba (a cura di) – Cittadinanza. Individui, diritti sociali, collettività nella storia contemporanea, Atti del convegno annuale SISSCO (Padova, 2-3 dicembre 1999) – 2002

Carlotta Sorba (a cura di)
Roma, Ministero per i beni e le attività culturali, Direzione generale per gli a

Anno di pubblicazione: 2002

Aperto da due interventi, uno di Silvio Lanaro (La cittadinanza tra semantica e storia) e un altro di Pietro Costa (Il discorso della cittadinanza in Europa: ipotesi di lettura) che guardano alla cittadinanza come a un tema complesso, stratificato, i contributi raccolti in questo volume ricostruiscono alcuni specifici percorsi nazionali attraverso cui si sono definiti e affermati i diritti che le danno sostanza. Arnaldo Testi illustra il caso statunitense, Antonis Liakos quello greco, Uffe Østergaard quello danese, Andrea Graziosi e Luciano Marrocu rispettivamente quello sovietico e britannico. Il caso italiano riceve maggiore attenzione e vi sono dedicati gli interventi di Loreto di Nucci, Ignazio Masulli e Ugo Ascoli. E’ evidentemente assai difficile dare conto in poche righe dei singoli contributi, ma si possono mettere in evidenza alcuni tratti comuni a quasi tutti i saggi. Nonostante i riferimenti alla natura ?accidentata? per molti versi ?caotica? dei processi di affermazione dei diritti di cittadinanza contenuti nel pezzo di apertura di Lanaro, quasi tutti gli interventi descrivono percorsi se non del tutto lineari certo meno complessi di quanto sarebbe stato lecito aspettarsi. Il primo elemento ricorrente in tutti i contributi è l’esclusivo riferimento, tra i vari registri disponibili, alla sola cittadinanza sociale; in ricostruzioni, peraltro, fortemente influenzate dalle analisi di Marshall, in un momento in cui nuove prospettive ne hanno mostrato tutte le crepe e le aporie. Fanno eccezione il saggio di Østergaard sulla Danimarca in cui vengono privilegiati gli elementi identitari e di appartenenza e quello di Testi, sugli Stati Uniti, in cui l’attenzione si concentra sulla relazione tra forme di tutela e reale esercizio dei diritti politici. Tutti i saggi, inoltre, semplificano eccessivamente, in maniera ?marshalliana? si potrebbe dire, la relazione tra i diritti politici e sociali che definiscono la cittadinanza e trascurano quanto il riconoscimento dei secondi precede talvolta e impone la concessione dei secondi; elemento, per altro, che la storia di genere ha mostrato con estrema chiarezza. E ancora. Tutti i contributi, con la parziale esclusione di quello di Testi, si concentrano cronologicamente sulla fase che precede la crisi delle politiche di welfare, in cui è la stessa categoria di diritti sociali che viene messa in discussione. Rimane ancora da aggiungere che, nonostante l’esplicito riferimento contenuto nell’intervento di Lanaro, nessuno ha considerato quanto i processi immigratori hanno contribuito a rimodulare le pratiche della cittadinanza e a rendere inadeguati i requisiti con cui questa si è fin qui identificata.

Giovanni Montroni