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Cinzia Leone – Antisemitismo nella Vienna fin-de-siècle. La figura del sindaco Karl Lueger – 2010

Cinzia Leone
Firenze, Giuntina, 164 pp., € 14,00

Anno di pubblicazione: 2010

Il volume è dedicato a ricostruire una delle principali figure dell’antisemitismo europeo della fine del XIX secolo, Karl Lueger (1844-1910), fondatore della Christlichsoziale Partei (Partito cristiano sociale) austriaca, un movimento politico cattolico con una chiara impronta antiebraica. Bürgermeister (sindaco) della città di Vienna per quindici anni, dal 1897 al 1910, Lueger divenne noto per aver coniato l’espressione Wer ein Jude ist, bestimme ich! (decido io chi è ebreo). Si tratta di una figura che, pur essendo oggetto di un’abbondante bibliografia in lingua tedesca, è meno conosciuta dai lettori di lingua italiana, se si fa eccezione per il denso studio di Giovanni Piccoli, pubblicato negli Annali Einaudi (Santa Sede, questione ebraica e antisemitismo, in Storia d’Italia, «Annali 11», a cura di C. Vivanti, Gli ebrei in Italia, vol. II, Torino, Einaudi, 1997, pp. 1369-1474).L’a. ricostruisce il contesto viennese della fine del secolo – la «Vienna ebraica», in cui si concentrava la presenza ebraica dell’Impero (accresciuta dall’immigrazione degli ebrei in fuga dai pogrom avvenuti in Europa orientale), raggiungendo il 10 per cento del numero complessivo di abitanti – prestando particolare attenzione ai cambiamenti sociali e economici avvenuti all’interno dei gruppi ebraici, caratterizzati da una forte integrazione e secolarizzazione, in linea, del resto, con quello che succede nel resto del continente. Ne emerge il ruolo di primo piano della comunità ebraica a Vienna, la seconda in Europa in quel tempo dopo quella di Varsavia, nelle arti, nelle scienze e nella cultura, un mondo ritratto nella celebre autobiografia di Stephan Zweig, Die Welt von Gestern (Il mondo di ieri).L’a. passa poi a indagare la presenza di un forte pregiudizio antiebraico nella capitale austriaca alla fine dell’800, come conferma la grande mole di iconografia a carattere antisemita riprodotta nei maggiori quotidiani e riviste dell’epoca (cfr. su questo aspetto Die Macht der Bilder: antisemitische Vorurteile und Mythen, a cura del Jüdisches Museum der Stadt Wien, Wien, Piens, 1995), nonché a tracciare un profilo dell’attività politica di Lueger, le sue attività giovanili, e infine, la «conquista della città di Vienna» (cap. V). Parlamentare dal 1885, fondò, nel 1887, l’Unione cristiano-sociale poi confluita nel Partito dei cristiani uniti, e divenne sindaco di Vienna dal 1897, con un grande seguito popolare. Due rapidi appunti al volume, che consiste essenzialmente in una rielaborazione della storiografia precedente senza presentare ricerche di prima mano. Il primo riguarda il contesto dell’antisemitismo austriaco, in particolare il suo carattere cattolico, che avrebbe meritato un’indagine più approfondita (sui rapporti con la Santa Sede si rinvia al saggio di Miccoli sopra citato). Debole risulta, poi, l’ultimo capitolo, in cui l’a. ricostruisce le influenze di Lueger su Adolf Hitler. Gli anni di formazione viennesi di Hitler – già oggetto della densa biografia di Ian Kershaw (Hitler, 1889-1936/1936-1945, Milano, Bompiani, 2003) – avrebbero certamente richiesto una maggiore attenzione.

Valeria Galimi