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Costantino Felice – Dal borgo al mondo. La Banca Caripe 1870-2000 – 2001

Costantino Felice
Roma-Bari, Laterza, pp. XIII-340, euro 25,82

Anno di pubblicazione: 2001

È la storia di una piccola cassa di risparmio sorta dopo l’unità per iniziativa del comune di Loreto Aprutino, e sopravvissuta fino ad oggi, passando attraverso innumerevoli vicissitudini. Dal borgo al mondo, slogan utilizzato dalla cassa in anni recenti, può riassumere il senso di questa lunga vita in un contesto tendenzialmente darwiniano, come quello bancario, particolarmente duro per le piccole istituzioni di provincia, dove una scelta sbagliata o un solo investimento azzardato potevano rappresentare la fine. È interessante scoprire le ragioni della fortuna della cassa, legate sia alla tenacia localistica delle classi dirigenti locali, che a più riprese ? ma è storia comune ? hanno rifiutato le ipotesi di fusione con le casse della province vicine, sia a fattori di natura istituzionale alquanto particolari. La Cassa di Loreto Aprutino esce da una condizione di minorità nel corso degli anni ’20 quando, con la creazione della provincia di Pescara nel 1927, si trova ad essere l’unico istituto locale con una succursale nel nuovo capoluogo. Sfruttando la legislazione bancaria fascista, finalizzata a moderare la concorrenza, riesce ad evitare l’insediamento di altri pericolosi concorrenti sulla piazza, dove trasferisce nel 1939 la propria sede. Nel secondo dopoguerra la politica delle autorità monetarie, favorevole alle banche locali, e sostanziosi appoggi politici ne hanno garantito la sopravvivenza, nonostante non pochi problemi di gestione e palesi inefficienze, comuni per altro a buona parte delle istituzioni creditizie meridionali e non solo. Costretta a navigare nel mare magnum del mercato dalle riforme strutturali introdotte nel sistema bancario negli anni ’90, la Cassa è passata alla fine sotto il controllo della Banca Popolare di Lodi.
Il volume contiene molte notizie interessanti, soprattutto sugli anni fra le due guerre, per cui è stato effettuato un maggiore lavoro di ricerca archivistica, ma soffre dei condizionamenti che sembrano limitare gran parte dei contributi della collana laterziana di storia delle banche. In primo luogo il problema della committenza, che costringe l’autore, quando documenta episodi poco edificanti e lotte intestine all’interno delle istituzioni, o tocca il tema scottante delle interferenze politiche nelle gestioni, a far trasparire i giudizi fra le righe e a dare a tutta la narrazione un andamento episodico. Infine la difficoltà di abbracciare più di un secolo di storia porta a inevitabili lacune nella ricostruzione del contesto locale e nazionale, che per essere colmate richiederebbero un impegno di tempo maggiore, necessità in contrasto con altre priorità temporali (in genere i volumi sono concepiti come strenna natalizia e vanno consegnati in tempi ristretti). Il volume rimane in ogni caso una importante testimonianza, nell’attesa che il fiorire di studi in atto porti prima o poi ad una valutazione complessiva della storia economica e anche sociale del sistema bancario minore.

Alessandro Polsi