Cerca

Dianella Gagliani, Elda Guerra, Laura Mariani e Fiorenza Tarozzi (a cura di) – Donne Guerra Politica. Esperienze e memorie della Resistenza, Quaderni del Dipartimento di discipline storiche 13 – 2000

Dianella Gagliani, Elda Guerra, Laura Mariani e Fiorenza Tarozzi (a cura di)
Clueb, Bologna

Anno di pubblicazione: 2000

Alle origini di questo volume sta un lavoro di ricostruzione, attraverso la memoria delle protagoniste, dei percorsi e delle culture delle donne impegnate nella Resistenza in Emilia Romagna. Qui se ne pubblicano i risultati, nel contesto di una più ampia riflessione sulla storia e sulla memoria dell’esperienza femminile nella guerra, e a fianco di contributi che analizzano il fenomeno in altre realtà regionali.
Questo lavoro si colloca, come osserva Mariuccia Salvati nell’Introduzione, in quell’ambito di studi, che facendo riferimento alle memorie delle donne, degli ebrei, dei prigionieri, ha riportato alla luce la centralità dell’individuo, aprendo la strada ad una ricostruzione della guerra e della Resistenza non più in chiave strettamente politica ma storica, nel senso più ampio di una riflessione insieme civile e morale.
Quel che emerge con grande rilievo è la centralità dell’esperienza bellica e resistenziale nella formazione dell’identità delle protagoniste. La guerra fa saltare ogni confine, materiale e simbolico (tra sfera pubblica e privata, tra modernità e tradizione, tra fronte e retrovie), e questo “varcare i confini” è esperienza comune a tutte le donne intervistate, la cui memoria si sofferma sovente sull’intreccio tra lotta al nazifascismo e lotta alle imposizioni di una società patriarcale, di cui il fascismo si era fatto garante. La guerra mette le donne in rapporto con la storia, la Resistenza con la politica. La generazione delle ventenni, la cui esistenza non era ancora delimitata dai ruoli e compiti familiari, è quella maggiormente segnata, nella costruzione della propria soggettività e nelle scelte successive, dal cambiamento e dalle rotture, provocate, da un lato, dalla guerra, dall’altro dalla possibilità di sperimentare traiettorie biografiche fuori dei confini e dai ruoli tradizionali, tanto più nel caso delle giovani emiliane, provenienti, in larga maggioranza, da famiglie bracciantili e mezzadrili e da ceti urbani svantaggiati, per le quali l’attività politica ha coperto il ruolo svolto dall’istruzione per le donne delle classi medie. Nel caso emiliano, poi, emerge con forza il peso dell’antifascismo familiare e comunitario, segnato dalla presenza di figure femminili forti; così come si rileva il rifiuto di molte testimoni, a guerra finita, di rientrare nei ruoli femminili tradizionali, aprendo una tensione, che si compone in una trasposizione nelle istanze locali della politica e delle istituzioni del ruolo familiare e materno.
Il volume ci offre un articolato affresco dell’esperienza femminile in Emilia Romagna; più acerbi appaiono talvolta i risultati degli altri case studies. Il confronto più equilibrato è quello col vissuto delle donne piemontesi, mentre spunti interessanti ci offre il saggio sulla politica femminile nell’Italia liberata.

Laura Savelli