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Elise K. Tipton – Il Giappone moderno. Una storia politica e sociale – 2011

Elise K. Tipton
Torino, Einaudi, 446 pp., Euro 30,00 (ed. or. London-New York, 2008, 2a ed.)

Anno di pubblicazione: 2011

Il libro analizza la storia del Giappone dalla transizione Tokugawa-Meiji, che ha segnato il passaggio del paese dal feudalesimo alla modernità, agli inizi del XXI secolo. Il volume si distingue per due pregevoli caratteristiche. In primo luogo, l’a. mantiene pienamente la promessa del sottotitolo, dedicando ampio spazio alla trattazione delle dinamiche politiche e sociali che hanno scandito gli ultimi due secoli della storia giapponese. La particolare attenzione riservata alle minoranze (Ainu, Burakumin, Coreani residenti in Giappone) confuta la visione troppo a lungo condivisa di un Giappone monolitico, rendendo giustizia all’eterogeneità e alla complessità della società giapponese. In secondo luogo, l’a. non cade nella tentazione di ripercorrere i solchi interpretativi tracciati dalla «storiografia postbellica» (sengorekishigaku) e dalla «teoria della modernizzazione», ma rielabora criticamente le letture da essi suggerite, alla luce delle più recenti ricerche storiografiche. Le due scuole, che hanno fortemente influenzato la comprensione della storia moderna giapponese nel secondo dopoguerra, hanno assunto come punto di partenza delle loro narrazioni la Restaurazione Meiji (1868), giungendo a conclusioni di segno opposto. La «storiografia postbellica», nata nella seconda metà degli anni ’40 sull’eredità della celebre «controversia sulla natura del capitalismo giapponese», ha interpretato la Restaurazione come l’origine di una sequenza di eventi (la guerra sino-giapponese, il conflitto russo-giapponese, l’annessione della Corea ecc.) che ha portato al «fascismo tennistico» e alla Guerra del Pacifico. Completamente divergente è, invece, la lettura storica formulata nella seconda metà degli anni ’50 dagli studiosi americani, sostenitori della «teoria della modernizzazione». Proponendo la modernizzazione del Giappone come un modello che i paesi in via di sviluppo avrebbero dovuto imitare, essa presentava la storia moderna dell’arcipelago come un percorso, temporaneamente interrotto dalla «deviazione» militaristica, che aveva portato con successo il paese dal feudalesimo alla modernità. In questa interpretazione, i presupposti della «storiografia postbellica» venivano ribaltati e all’insistenza sulla tragedia del militarismo veniva sostituita l’enfasi sulla raggiunta modernità e sullo straordinario sviluppo economico realizzato dal Giappone.Il volume di Tipton supera i limiti euristici di queste due interpretazioni, sviscerando la storia moderna e contemporanea del Giappone in tutta la sua complessità, come testimoniano in modo particolare i capitoli che analizzano il periodo del militarismo (La valle scura, pp. 205-235) e gli anni della crescita economica postbellica («Il miracolo economico»… e le sue zone d’ombra, pp. 291-314). La traduzione efficace e la ricchezza di illustrazioni e grafici costituiscono ulteriori aspetti positivi del volume.

Noemi Lanna