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Emilio Gentile – Fascismo e Antifascismo. I partiti italiani fra le due guerre – 2000

Emilio Gentile
Le Monnier, Firenze

Anno di pubblicazione: 2000

Pensato in origine come una semplice “sintesi” di storia dei partiti italiani nel periodo fra le due guerre, questo libro è cresciuto moltissimo nel corso della stesura. Ed è cresciuto così tanto da risultare, infine, un libro dalle molte qualità e fortemente innovativo rispetto agli studi sul tema.
Al centro della trattazione l’autore mette l’”antagonismo” fra “fascismo” e “antifascismo”, ed è questo, indiscutibilmente, il primo fattore di originalità del volume in questione. A differenza della stragrande maggioranza degli studiosi che si sono occupati dell’argomento, Gentile non studia, infatti, solo il Pnf, oppure solo i partiti di opposizione al regime, ma ricostruisce insieme le vicende del partito fascista e quelle dei partiti antifascisti.
La scelta di mettere a fuoco l’oggetto con un’inquadratura grandangolare non va comunque a scapito della nitidezza della ricostruzione, poiché le immagini dei partiti che scorrono in sequenza nella narrazione sono al tempo stesso dotate di profondità e ricche di dettagli. Leggendo il libro si può scoprire, ad esempio, che nel clima spirituale di “rigenerazione” della politica, che si instaura in Italia all’indomani della grande guerra, anche i liberali subirono il fascino dei miti del “combattentismo” e del “giovanilismo”. Veniamo a sapere infatti che al Congresso di fondazione del Partito liberale italiano, che si tenne a Bologna dall’8 al 10 ottobre del 1922, fecero la loro comparsa le “squadre d’azione” liberali, intitolate a Cavour e a Spaventa, che celebrarono il rito del giuramento indossando camicie color kaki.
Un’altra spia di quest’attenzione ai particolari si trova nella parte dedicata all’organizzazione dell’antifascismo, dove viene rievocata l’impresa, romantica e politica, di Lauro De Bosis. Il poeta, che aderiva ad “Alleanza nazionale”, il movimento antifascista clandestino di orientamento liberale creato da Mario Vinciguerra nel 1930, partì da Marsiglia in aereo, sorvolò Roma lanciando volantini antifascisti e morì precipitando sulla via del ritorno. Di De Bosis, Gentile ripubblica una sorta di testamento spirituale, da stampare nel caso in cui avesse perduto la vita durante l’azione, e ridà voce direttamente a un eroe dimenticato.
Lo scritto di De Bosis è uno dei tantissimi che corredano il libro e fanno corpo unico con esso. Tutto il volume è infatti costellato da riquadri con scritti e discorsi dei protagonisti, nonché da documenti dei partiti politici, che lo arricchiscono notevolmente. Preziosissima è infine l’appendice statistica curata da Roberta Suzzi Valli, in cui vengono presentati dati sul sistema politico e sulla classe politica.
Le caratteristiche descritte fanno del volume in questione un fondamentale strumento di lavoro. Un testo che si può utilizzare anche come un manuale, in cui le pagine di ricostruzione fattuale si fondono benissimo con quelle più propriamente interpretative. L’unica mancanza che si può lamentare è quella delle note, che non sono presenti né a piè pagina né in fondo ai capitoli.

Loreto Di Nucci