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Eugenio Capozzi – Partitocrazia. Il «regime» italiano e i suoi critici – 2009

Eugenio Capozzi
Napoli, Guida, 162 pp., Euro 11,00

Anno di pubblicazione: 2009

La storia ricostruita nei cinque capitoli di questo agile volumetto è quella della polemica anti-partitica in Italia. Si parte dal periodo postunitario ma l’analisi si infittisce quando si giunge all’età repubblicana, sino ai tempi presenti. Particolare attenzione viene prestata al termine «partitocrazia», a quanti l’hanno introdotto o diffuso nel dibattito politico e nell’analisi politologica: con un posto d’onore ovviamente per Maranini, cui l’a. ha dedicato precedenti suoi studi. Poche e «leggere» le note; in cambio abbiamo in ultimo un apparato fonti, cioè un elenco dei testi coevi presi in considerazione, e una bibliografia.Per il mio gusto, ci sarebbe voluta una maggiore attenzione alla contraddittoria esperienza storica e alle discussioni interne del fascismo, nonché al background fascista di alcuni degli interpreti del discorso antipartitico in età repubblicana, come lo stesso Maranini o Panfilo Gentile. Più in generale, credo che per andare a fondo su questo argomento bisognerebbe riferirsi in maniera meno convenzionale alla storia politica, ai suoi meccanismi palesi e nascosti; bisognerebbe capire in che cosa consistesse il sistema contro cui si polemizzava, e quale fosse la sua funzione storica.Il lavoro, quale sintesi di storia del dibattito politico o politologico, appare comunque utile. La ricostruzione è equilibrata, e i critici del «regime» (o dei regimi) non ne escono quali eroi o vati, come troppo spesso succede nella discussione pubblica corrente. Intriganti, per chi è interessato agli effetti perversi, gli ultimi due capitoli dedicati alla crisi della «prima» Repubblica e alle vicende della «seconda». È l’era, dice Capozzi, del «trionfo» ma anche della «banalizzazione» della polemica anti-partitocratica o anti-politica. Trasformatasi in vulgata, essa viene utilizzata per giustificare una nuova «oligarchizzazione» (p. 139) che paradossalmente si accompagna alla rivendicazione di fantomatiche supremazie del popolo o della società civile: andando a formare una specie di ideologia ufficiale di cui si valgono sia la destra sia la sinistra.

Salvatore Lupo