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Famiglia, management e diversificazione. Edizione: storia della holding Benetton 1986-2016

Andrea Colli
Bologna, il Mulino, 248 pp., € 26,00

Anno di pubblicazione: 2017

Storico dell’economia con all’attivo una vasta produzione nell’ambito della storia d’impresa in prospettiva internazionale e comparata, esperto in particolare della storia d’impresa familiare e dei vari aspetti del capitalismo italiano del XX secolo, Colli in questo volume si cimenta con una vicenda piuttosto recente: quella della holding italiana Edizione fondata nel 1986 dalla nota famiglia Benetton, a capo di un’azienda di abbigliamento esemplificativa di quel «quarto capitalismo» (p. 93) e dell’Italia dei distretti ampiamente indagati dall’a.
Già oggetto di un precedente studio di carattere economico-aziendale, Edizione è qui al centro di una ricostruzione che intende privilegiare, seppur in forma divulgativa, una prospettiva storica. Il lavoro è articolato in dieci agili capitoli – i primi otto di ricostruzione del trentennio, gli ultimi dedicati ai «segreti della governance» (p. 209) e a ipotesi sul futuro – corredati da un apparato bibliografico in nota piuttosto ridotto che, invero, restituisce poche notizie sulle fonti (soprattutto testimonianze orali).
«Strumento di creazione di valore nel medio lungo periodo» (p. 228), la società di investimenti fu fondata con lo scopo di avviare la diversificazione, rispetto alla principale e consolidata attività dei Benetton, mediante l’acquisizione di società solide e promettenti. Dopo i primi rovinosi tentativi, valsi a chiarire le necessità di una netta separazione del destino della holding da quello dell’azienda di famiglia, all’inizio degli anni ’90 Edizione si lanciava nella sfida della privatizzazione di imprese pubbliche. Supportata da un management di altissimo profilo, per oltre un decennio ha rilevato società in settori sempre più impegnativi sia per gli sforzi finanziari sia per il sistema di relazioni nel quale si inseriva, da quelle con grandi nomi del capitalismo nazionale e internazionale a quelle con l’establishment politico italiano. Partendo dal «paradiso del viaggiatore» (p. 123) con Autogrill, Gs e World duty free, l’attenzione si è spostata alla telefonia (Blu e Telecom Italia) sino alle infrastrutture per la mobilità (Società Autostrade, Grandi Stazioni, Aeroporti di Roma). Nel 2007, con la creazione di una nuova società «ombrello», Sintonia, Edizione ha avviato una fase di maggiore internazionalizzazione, resa però incerta dalla crisi finanziaria e dal cambio generazionale in corso.
Il volume ha senz’altro il pregio di affrontare dalla prospettiva di un’azienda una fase nodale del capitalismo italiano, quello della privatizzazione di alcune imprese pubbliche protagoniste del XX secolo, tra cui la Sme e l’Iri, sollecitando riflessioni e interrogativi sulla gestione del passaggio di servizi essenziali dal pubblico al privato, sui vincoli o sulle opportunità per la modernizzazione del paese, sul difficile rapporto tra politica, finanza, imprese pubbliche, capitalismo e, non da ultimo, «tutela del bene collettivo» (p. 200).

Anna Pina Paladini