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Federico Paolini – Un paese a quattro ruote. Automobili e società in Italia – 2005

Federico Paolini
Venezia, Marsilio, pp. 301, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2005

Paolini, assegnista di ricerca a Siena dove collabora agli insegnamenti di Storia sociale e di Storia contemporanea, dedica la sua documentata ricerca allo sviluppo della motorizzazione in Italia, nel periodo compreso fra il ?piano Romita? (il vasto programma di costruzioni stradali e autostradali del 1954-55) e la Legge 437/1971 volta a contrastare le emissioni inquinanti delle auto. Altrettanto significativi, come termine a quo, avrebbero potuto essere il lancio della Fiat 600 (1955) o l’inizio dell’Autostrada del Sole (1956), mentre la crisi petrolifera del 1973 e il blocco delle costruzioni autostradali (1975) rappresentarono nell’immaginario popolare indizi altrettanto consistenti, e forse più, della crisi delle simbologie modernizzanti, liberatorie, individualiste legate alla motorizzazione privata. L’ottica della ricerca è molto nazionale e italiana, con riferimenti puntuali ma non abbondanti a quanto avveniva nel mondo o al ruolo peculiare, debordante e anomalo, della Fiat nel capitalismo italiano. Peraltro, non avrebbe guastato un’analisi più ampia dei tentativi del fascismo (e ancor più del nazismo) di concedere alla piccola borghesia un sogno automobilistico e autostradale, con una forte attenzione al loisir: le prime autostrade collegavano spesso le città a mete turistiche e balneari.
Il volume è diviso in due parti, la prima sulla governance della motorizzazione e la seconda sugli aspetti sociali e di costume. La politica della motorizzazione è affrontata con uno studio sulle nuove infrastrutture stradali, seguito da un’analisi delle politiche fiscali e assicurative: attingendo forse troppo alla fonte degli atti parlamentari che, con la rumorosa polifonia delle interrogazioni e delle istanze particolaristiche, non danno compiutamente il senso di una riservata trattativa a tre fra esecutivo, industria privata e partecipazioni statali (IRI, ENI, Società autostrade) in cui si ricercava, esplicitamente mediando da modelli di oltre oceano, la conquista del consenso per una società più mobile, sia in senso materiale (l’esodo dal Sud al Nord, dalle campagne alle città) che sociale.
La seconda parte tratta con vivacità, utilizzando largamente il mensile «Quattroruote» (vera miniera per chi studi l’auto in Italia), la nascita delle utilitarie, i nuovi stili di vita connessi alle pratiche del consumo, la crescita del traffico nelle città ingorgate e il sorgere della questione ambientale. Forse un maggior riferimento a fonti letterarie e filmiche (erano gli anni della commedia cinematografica all’italiana, o dei Fratelli d’Italia di Arbasino) avrebbe aggiunto qualche colore al quadro; mentre uno sguardo alla televisione, per molti aspetti ?la prosecuzione dell’auto con altri mezzi?, avrebbe consentito di tematizzare più esplicitamente l’avvento dei consumi di massa in Italia di cui l’automobile, la televisione e il supermercato sono, con significativa coincidenza temporale, gli assi portanti. Il libro comunque si segnala per accuratezza e solidità dell’impianto critico.

Enrico Menduni