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Ferdinando Fasce – Da George Washington a Bill Clinton. Due secoli di presidenti USA – 2000

Ferdinando Fasce
Carocci, Roma

Anno di pubblicazione: 2000

Da Washington a Clinton – anche per capire il nuovo presidente George W. Bush. Questo libro offre una serrata ricostruzione delle vicende presidenziali e quindi della storia nazionale degli Stati Uniti dalla loro nascita. Fasce conosce a fondo il suo territorio, e ne espone con lucidità i caratteri mutevoli, le permanenze e i cambiamenti, le linee di sviluppo di lungo periodo. Dalle sue pagine emerge nitidamente come la repubblica “presidenziale” che conosciamo oggi sia frutto non della volontà dei costituenti di fine Settecento, che disegnarono piuttosto un sistema basato sul predominio del potere legislativo, bensì di un processo secolare di institution building. I lettori e gli studenti interessati a seguire questo processo sarebbero stati aiutati non poco da qualche ulteriore strumento sintetico in appendice. C’è la tabella cronologica dei presidenti; ma perché non aggiungere almeno i dati sulle singole competizioni elettorali, i nomi dei candidati sconfitti, i numeri e le percentuali dei voti popolari ed elettorali di ciascuno?
L’approccio storiografico è solido, e la struttura analitico-narrativa che ne deriva è convincente. Fasce ricorda come fino a quarant’anni fa l’interpretazione storica prevalente fosse centrata sulle personalità dei singoli presidenti, in quella che un critico chiamò la “sintesi presidenziale”. Negli ultimi decenni molto è cambiato nella storia politica, e si è affermata una interpretazione più complessa che colloca i presidenti e la presidenza nell’ambito di una rete di relazioni con le altre istituzioni politiche, sociali ed economiche. Il lavoro è quindi organizzato secondo una scansione temporale che prevede la successione di una serie di fasi o “regimi” politico-sociali, ciascuno con caratteri propri: la fase dei presidenti-fondatori (fino al 1828); l’era dei partiti e del governo congressuale (1828-96); la modernizzazione e il primo impero (1896-1928); la presidenza moderna (1928-45); il paese globale (1945-68); il governo diviso (1968-88); l’ultima fase di “fine secolo”.
Il capitolo finale analizza alcuni temi trasversali: come si diventa presidenti (i meccanismi di selezione in prospettiva storica); la struttura del gabinetto e dei dipartimenti; la figura del vice-presidente (spesso oscura, e invece cruciale nell’attuale amministrazione); il ruolo delle first ladies. E infine la “hit parade dei presidenti”. Chi sono i presidenti più “grandi”? Non c’è dubbio che lo siano Washington, Lincoln e F.D. Roosevelt. E chi sono invece, al fondo della classifica, i “fallimenti”? Fra quelli recenti, il povero Richard Nixon. Questa hit-parade è un’operazione curiosa che, scrive Fasce, sta a mezzo fra ricerca (vi si dedicano anche storici accademici), divulgazione e mania classificatoria della società di massa. La sua popolarità, mi sembra, nasconde anche una vendetta storiografica. Per quanto gli storici diano per scontata la fine della “sintesi presidenziale”, quest’ultima continua a funzionare con tranquillità nella testa di molti osservatori e cittadini.

Arnaldo Testi