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Fra Reagan e Gheddafi. La politica estera italiana e l’escalation libico-america- na degli anni ’80

Paolo Soave
Soveria Mannelli, Rubettino, 2017, 178 pp., € 16,00

Anno di pubblicazione: 2018

Il volume di Paolo Soave ricostruisce, con dovizia di particolari e ricchezza di fonti inedite, una pagina importante della politica estera italiana degli anni ’80, ovvero il com- plesso scenario delineatosi in seguito alla crisi libico-statunitense del 1986. Tale crisi, si ricorda, culminò con il bombardamento americano di Tripoli e Bengasi in seguito all’at- tentato terroristico – attribuito a un esponente dei servizi segreti libici – alla discoteca «La Belle» di Berlino Ovest a cui fece seguito la reazione del leader libico Muammar Gheddafi, che lanciò alcuni missili in direzione dell’isola di Lampedusa coinvolgendo il governo di Roma, presieduto all’epoca da Bettino Craxi, con Giulio Andreotti agli Affari esteri. I due uomini politici si dimostrarono anche allora due figure chiave della politica estera italiana di quel tormentato decennio alla ricerca, in continuità con i loro predecessori degli anni ’60 e ’70, di «un costante equilibrio […] volto a preservare l’autonomia e la riconoscibilità del ruolo italiano all’interno del bacino mediterraneo» (p. 5).
Al di là degli eventi, che non ebbero fortunatamente conseguenze rilevanti per la popolazione di Lampedusa, né per il territorio italiano, dato che i missili non colpirono alcun bersaglio, la crisi del 1986 divenne uno snodo importante per la politica estera del nostro paese a causa delle difficoltà a conciliare, in quel delicato frangente, la tradizionale e solida alleanza con gli Stati Uniti nel Mediterraneo e la politica, anch’essa consueta, di apertura al mondo arabo in generale e alla Libia in particolare soprattutto per motivi economico-commerciali, come ben descritto dall’a. nella prima parte del volume. Causa principale di tali contraddizioni fu la politica di assoluta intransigenza dell’amministrazio- ne Reagan contro la Libia di Gheddafi, con cui l’Italia – pur condannando risolutamente la politica di appoggio al terrorismo internazionale – intendeva mantenere gli importanti rapporti economici che facevano del nostro paese il principale importatore di petrolio libico, con una quota che si attestava intorno al 27 per cento. Ed è proprio sulle difficoltà di conciliare queste politiche, sull’atteggiamento fermo di Craxi e la sottile diplomazia di Andreotti, sempre alla ricerca di un compromesso tra le parti in causa, che l’a. ricostruisce sapientemente le vicende contenute nella seconda parte del volume.
Sempre presente, sullo sfondo del libro di Soave, la crisi di Sigonella dell’anno pre- cedente, affrontata dall’a. quale paradigma del breve ma significativo corto circuito tra le direttrici atlantica e mediterranea della politica estera italiana di quegli anni, che è al cuore delle attente riflessioni politico-diplomatiche contenute in questo interessante vo- lume, la cui analisi sarebbe stata ancora più completa con la consultazione dei documenti francesi.

Massimiliano Cricco