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Francesco Zampieri – Marinai con le stellette. Storia sociale della regia Marina nell’Italia liberale (1861-1914) – 2008

Francesco Zampieri
Roma, Aracne, 380 pp., euro 20,00

Anno di pubblicazione: 2008

Nel più ampio contesto di una storiografia marittima italiana ancora largamente carente, gli studi sulla marina militare hanno proposto una bibliografia tanto vasta quanto fragile sul piano storiografico, frutto per lo più del lavoro autoreferenziale e in larga parte celebrativo di studiosi militari, concentrati sulla histoire-bataille e sugli aspetti tecnici. Qualche importante eccezione si registra per quanto riguarda la politica navale, specie in età liberale, ma gli aspetti di storia sociale sono stati fino ad oggi sostanzialmente ignorati, nonostante gli esempi da tempo proposti dalla new maritime history nei suoi rapporti con la storia militare navale.E’ dunque da accogliere come un positivo segnale di novità questo volume di Zampieri, dottore di ricerca in Storia della società europea e collaboratore dell’Istituto di studimilitari marittimi di Venezia, in cui si tenta una prima, significativa indagine su alcuni aspetti di storia sociale della marina militare italiana dalla sua formazione alla vigilia del primo conflitto mondiale. L’a., dopo aver inquadrato sul piano storico e normativo i diversi ruoli interni alla marina, ricostruisce con una grande messe di dati la composizione sociale, la provenienza geografica e le dinamiche del reclutamento della «bassa forza» e degli ufficiali. Particolarmente interessanti i capitoli dedicati alla giustizia militare marittima, in cui si riportano diversi casi di punizioni e di provvedimenti, e quelli in cui si descrivono le condizioni sanitarie e l’alimentazione dei marinai. L’a. ricorre alla ricca documentazione archivistica, in larga parte inedita, conservata nel fondo del Ministero della Marina presso l’Acs (fondo di difficile consultazione perché solo in piccola parte reinventariato), nei fondi del Consiglio d’Ammiragliato e del Consiglio superiore di marina presso l’Archivio dell’Ufficio storico della marina militare, nel fondo della Capitaneria di porto di La Spezia. Di grande utilità anche la consultazione dei memoriali dell’Accademia navale di Livorno.L’indagine, condotta con rigore e proposta in una veste discorsiva che ne facilita la lettura, soffre però l’assenza di un più ampio confronto con la storia della società italiana del tempo e con una più vasta letteratura storiografica. Carenza che in parte si evidenzia anche nelle scarne conclusioni in cui l’a., pur rilevando alcuni importanti elementi d’insieme della trasformazione subita nel passaggio dalla vela al vapore e nel processo di nation building, finisce per sottovalutare il peso della marina militare nelle scelte politiche ed economiche e il suo ruolo decisivo nel determinare le forme di quella irreggimentazione politica e sociale che segnò la rapida integrazione delle comunità del mare nel processo di militarizzazione prodotto dalle ambizioni imperialiste e dalle politiche marittimo-navali della classe dirigente liberale.Nonostante il valore e l’utilità di questa indagine, resta ancora molto da fare per liberare gli studi sulla marina militare dal recinto del loro isolamento.

Giancarlo Monina