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Franco Giustolisi – L’armadio della vergogna – 2004

Franco Giustolisi
Roma, Nutrimenti, pp. 304, euro 18,00

Anno di pubblicazione: 2004

Durante i lunghi mesi dell’occupazione nazista dell’Italia, l’esercito tedesco, con la collaborazione di uomini della RSI, trucidò migliaia di civili. Questi episodi di eccidi ? in piccoli gruppi fino all’eliminazione di intere comunità ? da qualche anno sono oggetto di ricostruzione storica, grazie ai primi lavori di storici tedeschi (Andrae, Klinkhammer, Schreiber) e di studiosi italiani (fra gli altri, Pezzino e Battini) cui hanno fatto seguito i lavori, sovente condotti in équipe da giovani ricercatori, coordinati in ambito universitario o promossi dalla sensibilità di alcune amministrazioni locali.
?Questa è la storia di un’ingiustizia?, così apre il volume Giustolisi, giornalista per lungo tempo al quotidiano «Il Giorno» e attualmente del settimanale «L’Espresso», proponendosi di richiamare l’attenzione pubblica sulla giustizia che per decenni è stata negata ai familiari delle vittime. All’indomani della Liberazione, infatti, si procedette tempestivamente a svolgere indagini sui responsabili di questi misfatti per la costituzione di fascicoli da inviare alla Procura generale militare; nel corso del 1947-1948, tuttavia, questi incartamenti furono insabbiati e occultati e nel 1960 subirono una ?archiviazione provvisoria?. Solo cinquant’anni dopo, nel maggio 1994, il magistrato Antonino Intelisano, cercando alcuni documenti per il processo Priebke, scoprì un armadio dove giacevano 695 fascicoli sui crimini perpetrati durante la seconda guerra mondiale, tenuti nascosti per ragioni politiche, principalmente a causa della guerra fredda e della volontà di proteggere i criminali di guerra italiani macchiatisi di delitti contro la popolazione civile nei teatri di guerra di Jugoslavia, Albania e Grecia.
La prima sezione del volume è quella di maggiore interesse; ricostruisce le vicende della scoperta dell’?armadio della vergogna?, come è stato chiamato il mobile con le ante verso il muro che ha racchiuso per decenni la documentazione relativa ai procedimenti giudiziari contro i criminali di guerra, impedendone, di fatto, la punizione. Nella seconda parte sono ricordati ? sulla base della documentazione ritrovata ? numerosi episodi di eccidi e stragi compiuti nella penisola nonché alcuni fatti di violenza commessi contro militari italiani a Coo, Spalato, Rodi.
Grazie alla battaglia di Giustolisi e di alcuni amministratori e politici, nel 2003 è stata istituita una Commissione di inchiesta parlamentare sulle cause dell’occultamento dei fascicoli, che sta ancora proseguendo i propri lavori. Il ritrovamento di questo materiale ha reso possibile la celebrazione di pochi, tardivi processi contro i responsabili di alcuni dei maggiori episodi di stragi, fra i quali quello che ha coinvolto nell’agosto del 1944 l’intera comunità di Sant’Anna di Stazzema. La scoperta dell’armadio risulta anche e vieppiù preziosa per la promozione della conoscenza storica, con la messa a disposizione agli studiosi di nuovo materiale documentario; dal momento che in molti casi è tardi per fare giustizia, la ricerca storica, nel gettare luce su eventi a lungo dimenticati, costituisce anche un tributo alla memoria delle vittime.

Valeria Galimi