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Fulco Lanchester (a cura di) – Passato e presente delle facoltà di Scienze politiche – 2003

Fulco Lanchester (a cura di)
Milano, Giuffrè, pp. 318, euro 24,00

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume, nonostante le aspettative generate dal plurale del titolo, riguarda la Facoltà di Scienze politiche de ?La Sapienza? di Roma. Frutto di un convegno tenuto nel 2001 per celebrarne il 75° anniversario della fondazione, è curato dall’attuale preside della Facoltà che, costituita nel 1925 sotto la presidenza di Alberto De Stefani, aveva la sua matrice nella Scuola economico-amministrativa promossa da Angelo Messedaglia nel 1878 nell’ambito della Facoltà giuridica romana.
Il libro si apre con un saggio di Dieter Grimm, rettore del Wissenschaftskolleg di Berlino, che, senza sostanziali collegamenti con i contenuti del resto dell’opera, si occupa dell’evoluzione degli studi istituzionalistici in Europa nel secondo dopoguerra, con particolare riferimento alle corti costituzionali e al loro impatto sul sistema politico dei vari Stati del continente. Si entra nel vivo del discorso con i due successivi contributi, di Mario D’Addio e Emilio Gentile, che esaminano le vicende storiche della Facoltà rispettivamente dalla origini ottocentesce alla fine dell’Italia liberale e nel periodo fascista. D’Addio mette in evidenza la stretta correlazione tra la Scuola economico-amministrativa e la domanda sociale di studi politico-amministrativi derivante dall’espansione dei compiti dello Stato. Gentile si sofferma invece sui momenti e le personalità più significative della Facoltà durante il fascismo, che ne aveva promosso la creazione al fine di preparare ?funzionari competenti per la pubblica amministrazione di uno Stato in via di trasformazione e di modernizzazione, e anche per contribuire alla formazione della nuova classe dirigente fascista.? (p. 46).
Negli otto saggi successivi gli odierni docenti della Facoltà ne ricostruiscono la fisionomia didattica e scientifica attraverso l’analisi della collocazione culturale e dei percorsi della produzione scientifica delle personalità, quasi sempre di grande notorietà, che nel corso del tempo hanno ricoperto l’insegnamento nei vari ambiti disciplinari, dalla storia all’economia passando per il diritto pubblico e internazionale, la filosofia del diritto e gli studi politologici. Questo modo di raccontare le vicende dell’istituzione lascia del tutto inesplorati altri aspetti di non minore rilievo, come per esempio il processo di reclutamento e la carriera accademica del corpo professorale di cui risulta assai arduo ricavare l’identikit collettivo.
Diverso è invece l’approccio del saggio di chiusura, molto approfondito e ricco di dati, che riguarda la componente studentesca, di cui si indaga l’evoluzione quantitativa, dagli inizi ai tempi più recenti, anche in rapporto al complesso degli atenei romani; il profilo sociodemografico, la provenienza geografica e scolastica, le motivazioni della scelta della Facoltà, le aspettative lavorative e il tasso di rendimento agli esami. La presenza di un indice avrebbe certamente reso più agevole la consultazione dell’opera.

M. Elisabetta Tonizzi