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Giancarlo Ciaramelli, Cesare Guerra – Tipografi, editori e librai mantovani dell’Ottocento – 2005

Giancarlo Ciaramelli, Cesare Guerra
Milano, Franco Angeli, pp. 426, euro 35,00

Anno di pubblicazione: 2005

La fioritura di studi sulla storia della tipografia e dell’editoria registrata in Italia nell’ultimo ventennio, com’è stato autorevolmente evidenziato, ha lasciato delle ?zone d’ombra? ancora da illuminare (Gabriele Turi). Per motivi diversi, gli sforzi tesi alla ricostruzione delle vicende e all’interpretazione dei complessi processi di produzione, circolazione e fruizione dei documenti a stampa non sono stati omogeneamente rivolti all’intero territorio nazionale, ma hanno privilegiato alcune aree geografiche a scapito di altre. Può forse meravigliare che fra queste ultime, accanto a non poche regioni meridionali, vi fosse la provincia di Mantova, la cui produzione tipografica ottocentesca solo oggi, grazie al lavoro di Ciaramelli e Guerra, trova adeguata considerazione. In effetti, la scarsa entità demografica, la debole economia prevalentemente agricola, l’alto tasso di analfabetismo e un ambiente culturale non vivacissimo hanno contribuito a far ritenere ?periferica’ la vita tipografica mantovana e a rendere solo occasionali le attenzioni a essa finora dedicate. Opportunamente, quindi, con questo volume gli autori si sono proposti di delineare un propedeutico quadro ?della produzione a stampa nell’Ottocento a Mantova attraverso la ricostruzione dei cataloghi editoriali e la vita degli stampatori e delle loro officine? (p. 9), rinviando a successivi e più approfonditi studi l’analisi delle scelte operate da tipografi ed editori e dei riflessi dell’attività di questi sull’economia, sulla società, sulla cultura mantovane. Nella parte introduttiva del libro, sono enumerate le copiose fonti utilizzate nel corso delle indagini, sia bibliografiche (bibliografie generali e speciali, cataloghi di biblioteche, cataloghi di librai, periodici locali, gli sporadici studi editi e inediti già realizzati sull’argomento), sia archivistiche (indisponibili gli archivi aziendali, spesso preziosissimi, le ricerche sono state esperite sui fondi di numerosi archivi pubblici). Quindi, vengono esposti gli esiti delle indagini, sintetizzati i risultati quantitativi e fornite alcune interessanti chiavi di lettura (significativa è la constatazione della netta preminenza di attività tipografiche a pagamento su quelle più propriamente editoriali). Infine, è tracciata una rapida panoramica del contesto culturale mantovano, in cui rilievo connotante assumono l’intensa attività teatrale, la singolare figura dello studioso Carlo d’Arco, la tradizione ebraica. Nel catalogo editoriale trovano spazio ampie schede sulle 59 imprese delle quali è stata accertata la presenza fra Mantova città (26, più 2 librerie) e provincia (21). Per ognuna di esse sono riportati il profilo societario dell’azienda, sempre estremamente circostanziato sulla scorta di un felice e proficuo utilizzo di fonti diverse, e gli annali della produzione. I 4479 titoli nel complesso censiti e i profili delle imprese più longeve e prolifiche (Agazzi, Caranenti, Negretti, nel periodo preunitario, Segna, Mondovì, Apollonio, nei più vivaci decenni successivi) da un lato attestano una ?marginalità’ tipografica mantovana solo relativa, dall’altro conferiscono alle ricerche condotte valore senz’altro superiore a quello di una mera ricognizione di base.

Giorgio Palmieri