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Gianni Marongiu – La politica fiscale nella crisi di fine secolo (1896-1901) – 2002

Gianni Marongiu
Roma, Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, Serie II, Memorie: vol.

Anno di pubblicazione: 2002

L’autore ha già affrontato, in precedenti studi, il tema della politica fiscale in età liberale. In questo lavoro le conoscenze di fondo del mondo politico italiano sono messe a frutto in un ulteriore approfondimento che analizza il ruolo svolto dalla ?questione tributaria? nei cinque anni cruciali del passaggio dalla crisi di fine secolo alla svolta politica di inizio ?900. Marongiu rileva che, di fronte alla gravità della situazione economica ed alla ampiezza del disagio sociale, lo schieramento liberale che succede a Francesco Crispi, non riesce a convertire le opportunità dischiuse dal contenimento della spesa pubblica in una riforma fiscale capace di incidere sia sul versante decisivo del governo della dell’economia locale che su quello della ripartizioni della pressione fiscale tra i gruppi sociali.
Secondo l’autore le colpe per questa performance deludente vanno anche attribuite ad una visione scientifica che attribuisce allo Stato il potere di tassare senza l’intralcio di mediazioni parlamentari fondate su un più frequente ricorso allo strumento legislativo. E’ dunque anche grazie al proliferare della pratica dei decreti legge che l’imposizione fiscale di fine ?800 cresce disordinatamente.
E’ un aspetto che non va sottovalutato ma che inerisce però più alle modalità di sviluppo dell’ordinamento finanziario che ai suoi contenuti. Su questi incidono anche elementi di natura non strettamente politica che, nella stagione della crisi e della ?politica dei tempi difficili?, chiamano soprattutto in causa le pressioni espresse dai diversi gruppi di interesse che compongono la società italiana. L’analisi di Marongiu non ne nega l’esistenza, delineando il quadro delle forze che scandiscono la fine del crispismo, ma non le indaga poi sistematicamente sotto il profilo del rispettivo peso specifico che esercitano, con un effetto a somma zero, sullo svolgimento della politica fiscale. Grazie all’ampiezza di questa documentata ricostruzione, la questione tributaria risalta comunque in tutta la sua importanza per la valutazione della capacità di governo delle élites politiche tardo ottocentesche. Restano da valutare gli effetti che, sul piano economico, esercitò l’aumentata pressione fiscale sui consumi, sia sul piano più generale del modello di accumulazione che su quello del funzionamento delle istituzioni locali considerate, alla luce della ricerca storico-economica, come punti di forza del processo di industrializzazione. Ma questa è un’altra storia che non riesce ancora una volta ad intrecciarsi con la tradizionale lettura storico-politica dell’Italia contemporanea.

Paolo Frascani