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Gianni Oliva – La resa dei conti. Aprile-maggio 1945: foibe, piazzale Loreto e giustizia partigiana – 1999

Gianni Oliva
Mondadori, Milano

Anno di pubblicazione: 1999

La fine della guerra non ha determinato la conclusione immediata delle violenze e delle uccisioni; i due mesi successivi al 25 aprile 1945 sono infatti segnati da una lunga scia di sangue lasciata da un numero di vittime che, secondo i calcoli scientificamente più attendibili, assommano ad almeno 14 mila unità, stima che molto si avvicina a quella relativa ai decessi dovuti alle stragi di civili perpetrate dai nazisti durante l’occupazione del nostro paese.
Queste vicende non soltanto sono note alla parte dell’opinione pubblica più legata, non foss’altro che per motivi anagrafici, agli anni bellici, ma sono state anche accuratamente indagate dalla storiografia, almeno per quanto riguarda alcuni aspetti, e spesso si è assistito ad una strumentalizzazione politica, o ad una altrettanto “politica” rimozione, operate sia dai reduci della Repubblica sociale che dai protagonisti del movimento resistenziale.
A cinquant’anni di distanza Gianni Oliva, che si divide tra l’attività di preside e quella di ricercatore e saggista storico di buon successo, torna a riflettere su quei fatti con il distacco di chi da essi è anagraficamente lontano, il rigore scientifico che gli deriva dalla conoscenza profonda – e testimoniata da varie pubblicazioni di cui la più nota è certamente il volume I vinti e i liberati. 8 settembre 1943 – 25 aprile 1945 – delle vicende legate alla guerra e alla Resistenza e la ferma convinzione che anche, anzi solo, non tacendo realtà scomode e difficili da ammettere sia possibile inserire veramente la Resistenza tra i valori condivisi da tutti gli italiani. Regola base del metodo storico è la contestualizzazione degli eventi, e a questo Oliva si dedica fin da principio, evidenziando come una parte dei sanguinosi fatti di quei mesi vada interpretata dentro la logica del fascismo e della guerra civile o, come nel caso delle foibe cui è dedicata l’ultima delle tre parti del libro, dentro le tensioni internazionali per la definizione del confine orientale.
Per costruire la nuova Italia democratica bisogna comunque prima fare i conti e sbarazzarsi del passato; per farlo occorre uccidere Mussolini, e a piazzale Loreto è dedicata appunto la prima parte del libro, ed eliminare quanti più fascisti e collaborazionisti possibile prima che intervenga l’opera normalizzatrice degli Alleati. Sulle esecuzioni sommarie dei giorni immediatamente successivi alla Liberazione si incentra quindi la seconda parte, la più originale del lavoro, che, a differenza delle altre due, il cui merito principale va individuato nella capacità di fornire un’aggiornata e intelligente riproposizione critica di vicende già molto approfonditamente studiate, si basa su fonti primarie e inedite custodite negli archivi inglesi. Da questa documentazione è possibile anche trarre dati numerici piuttosto precisi, secondo questa fonte i morti complessivi sono circa 10 mila, che dovrebbero smentire definitivamente i conteggi sovradimensionati, e finora mai sottoposti a critica, prodotti dalla storiografia di destra.

M. Elisabetta Tonizzi