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Gigi Di Fiore – I vinti del Risorgimento. Storia e storie di chi combatté per i Borbone di Napoli – 2004

Gigi Di Fiore
Torino, Utet, pp. VI-362, euro 19,00

Anno di pubblicazione: 2004

Di Fiore è un giornalista de «Il Mattino» che coltiva un interesse per la storia napoletana. I ?vinti? protagonisti di questo volume sono essenzialmente i militari che combatterono nell’esercito borbonico contro quello piemontese e che fino alla fine rimasero fedeli a Francesco II, quelli che perirono nelle battaglie, quelli che vennero imprigionati, quelli che si unirono ai briganti, quelli che morirono di fame e stenti, ma anche quelli che decisero di passare, pur se degradati, sotto la bandiera italiana per non perdere una collocazione lavorativa e una paga. Il libro si inscrive in un filone, ormai assai nutrito, di lavori, tutti rigorosamente firmati da storici non professionisti, che si propongono di rileggere la storia del Risorgimento italiano come una cruenta guerra di conquista predatoria ai danni del Regno delle Due Sicilie. Il libro, come molti del suo genere, rifiuta in maniera programmatica il dialogo con gli storici accademici e di professione, giudicati troppo pigri e intenti a ?confondere l’interpretazione degli avvenimenti del passato con analisi etiche svincolate dai fatti? (p. 4), e si appella all’oggettività dei fatti e alla veridicità dei documenti con una quasi commovente ingenuità, mentre ignora, e la bibliografia è lì a dimostrarlo, molto di quello che sulle questioni evocate è stato scritto.
I fatti dunque ? quelli contenuti nelle memorie di alcuni protagonisti degli eventi e quelli estrapolati da documenti della sezione militare dell’Archivio di Stato di Napoli e dell’Archivio Borbone ?, in verità abbastanza noti ma indispensabili, secondo Di Fiore, per offrire, in una ricostruzione che spesso ha i caratteri della storia ottativa, un risarcimento tardivo ma necessario a quei vinti del Risorgimento il cui sacrificio in nome della fedeltà al giuramento prestato non è stato riconosciuto e il cui eroismo è stato dimenticato. Istituendo discutibili parallelismi con la guerra di secessione americana o la Resistenza italiana, Di Fiore invoca, come è in voga negli ultimi anni, pacificazioni, memorie condivise e restituzione di dignità ai protagonisti di questa storia. In realtà, dietro l’intento meritorio di gettare luce sulle storie dei vinti e quindi sulle contraddizioni del processo di unificazione nazionale, in questo libro che ricostruisce essenzialmente le vicende militari che portarono al crollo del Regno e della dinastia dei Borbone e all’annessione del Mezzogiorno al Regno d’Italia, Di Fiore rispolvera una serie di Leitmotive tipici dalla storiografia borbonica e neoborbonica ? le presunte ricchezze del Mezzogiorno che avrebbero salvato le finanze piemontesi, il ruolo delle potenze internazionali, e in particolare della Gran Bretagna nel crollo; l’esistenza di una ?patria? napoletana, ecc. ? e riproduce miti e invenzioni, come quella di un Mezzogiorno ricco e sviluppato, la cui prosperità e la cui modernizzazione sarebbero stati interrotti dall’unificazione, atto ufficiale di inizio della Questione meridionale, di una storia di oppressione e impoverimento. Argomenti buoni forse, in tempi di leghismo, secessione, riforme federaliste e nuovi autonomismi ad animare il dibattito pubblico, ma non buona ricerca storica su un tema sicuramente meritevole di essere studiato.

Daniela Luigia Caglioti