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Giovanni Cerchia – Giorgio Amendola. Un comunista nazionale. Dall’infanzia alla guerra partigiana (1907-1945) – 2004

Giovanni Cerchia
Soveria Mannelli (Cz), Rubbettino, pp. XVI-426, euro 30,00

Anno di pubblicazione: 2004

La biografia è un genere storiografico molto frequentato benché, in taluni casi, possa risultare di particolare difficoltà. È il caso di questo studio, in cui le capacità dello storico vengono messe alla prova, prima ancora che dalla ricerca sulle fonti d’archivio, dall’abilità nella ricognizione sulla memorialistica. Qui, peraltro, le cose sono ulteriormente complicate dal fatto che riflettere sull’iniziazione politica di Giorgio significa, anche, ragionare sull’influenza del padre Giovanni e della madre Eva Kühn.
Il libro di Cerchia appare un lavoro rigoroso di ricomposizione di pezzi di memoria provenienti, in larga parte, dai volumi autobiografici di Amendola (Una scelta di vita e Un’isola) e da altre importanti memorie come il libro di Eva, La mia vita con Giovanni Amendola. Vi è poi una sorprendente massa di articoli, nonché una ricchissima letteratura che negli ultimi anni si è interessata al dirigente del PCI. Questi materiali sono utilizzati con scrupolo dall’autore, che ne misura la veridicità confrontandoli con la documentazione dell’ACS e della Fondazione Istituto Gramsci. L’esito è assolutamente positivo benché, in alcune parti, il lavoro di ricucitura produca un eccesso di annotazioni e di precisazioni. Si tratta naturalmente di un peccato veniale, giustificabile in un saggio biografico.
Attorno alla storia familiare ? la famiglia viene descritta ??diversa’, non ordinaria, fuori dagli schemi di ciò che era ritenuta la normalità: una madre che viaggiava per l’Europa con un figlio bebè; un padre pronto ad abbandonare di punto in bianco un sicuro impiego ministeriale per dedicarsi ai suoi interessi intellettuali? (p. 16) ? l’autore ricostruisce la maturazione di Giorgio ponendosi il duplice obiettivo di rilevare le ragioni della passione politica e di spiegare il piano nazionale delle scelte successive. Scrive al riguardo Cerchia che fascismo e antifascismo, così come lo scontro politico che si visse in Italia dal biennio rosso in avanti, furono le determinanti di una scelta di vita che solo apparentemente tradiva l’eredità democratica paterna. Di grande interesse è la ricostruzione delle discussioni che divisero i genitori di Giorgio prima della Grande Gerra; eppoi le delusioni del dopoguerra, l’ingresso nella vita politica nazionale delle masse; uno spartiacque tra una fase vecchia e una nuova nella vita europea che Giovanni Amendola fu tra i pochi politici a cogliere. Diverse le posizioni anche di fronte ai primi singulti del fascismo: il padre pronto a combatterlo scendendo nell’arena politica con il Partito Liberale; la madre inizialmente invaghita dal movimento fascista. In questo contesto si collocano le prime esperienze di vita di Giorgio, influenzate sia dalle vicende paterne (conclusesi tragicamente nel 1926), sia dai ?furori? e dalle depressioni materne. Una vita che incrocia personaggi illustri e che lo porta ad assistere imberbe alla presa del potere fascista, alla svolta antidemocratica del regime, all’Aventino e poi alla lunga traversata nel deserto durante il ventennio sino alla guerra partigiana e alla Liberazione. Un percorso che Giorgio vive consapevolmente riuscendo a formarsi una coscienza che ne detterà il suo essere politico.

Mauro Maggiorani