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Giovanni Taurasi – Autonomia promessa, autonomia mancata. Governo locale e reti di potere a Modena e Padova (1945-1956) – 2005

Giovanni Taurasi
Roma, Carocci, pp. 203, euro 17,50

Anno di pubblicazione: 2005

Negli ultimi anni si è affermata una vulgata secondo cui le istituzioni locali italiane, e in particolare i comuni, hanno acquisito margini significativi di autonomia decisionale e operativa solo dopo la fase di riforma culminata nell’emanazione della Legge 142/90. A mio parere si tratta di una concezione infondata, poiché ancorata a valutazioni storiche assolutamente false. I governi locali, infatti, nella lunga parabola postunitaria, sebbene ?immersi? in un sistema normativo fortemente accentrato, hanno manifestato autonome capacità di intervento programmatico (sul terreno della modernizzazione urbana come su quello del sostegno allo sviluppo economico) ben prima che il sistema normativo ne sanzionasse la possibilità formale.
Il lavoro di Giovanni Taurasi, che realizza uno studio comparato di due municipalità (Modena e Padova) nel decennio cruciale dopo la seconda guerra mondiale, è un ulteriore tassello che va ad aggiungersi a una già significativa letteratura, che attesta come l’assenza di autonomia formale non abbia affatto precluso la possibilità di esplorare altre modalità pragmatiche con cui realizzare un’autonomia sostanziale.
Il volume rivela una rilevante consapevolezza scientifica e metodologica, e propone una chiave di lettura particolarmente convincente: a) l’attività dei governi locali si sviluppa all’interno di una rete di relazioni tra centro e periferia caratterizzata da un sistema di vincoli e controlli (di legittimità e di merito) particolarmente robusto, in cui si sostanzia la concezione dell’accentramento istituzionale e che trasferisce nell’Italia repubblicana il criterio di ?tutela dall’alto? elaborato in età crispina e amplificato dal fascismo; b) nondimeno, la ?forza negoziale? di una comunità locale nei confronti dello Stato rappresenta un fattore molto importante, poiché permette di ?aggirare? le vischiosità dell’accentramento, rendendo possibile la realizzazione di policies al riparo dalle ingerenze statali.
È in questo approccio che sta il fulcro metodologico di Taurasi, che consente alla ricerca di non sovrapporre la dimensione formale a quella sostanziale; superficialità in cui spesso sono incorsi altri studiosi. Nello studio delle due istituzioni locali l’autore si trova peraltro a costeggiare una delle principali ?innovazioni? politiche del dopoguerra: l’impianto e l’affermazione del sistema dei partiti politici di massa, processo che finisce per costituire una seconda ?catena relazionale? tra centro e periferia su cui incanalare i processi della negoziazione, rapidamente affiancatasi a quella tradizionale di tipo istituzionale.
In conclusione, credo che lo sforzo di Taurasi vada particolarmente apprezzato sia per l’intrinseca rilevanza dello studio, sia per il ?coraggio? mostrato dall’autore di avventurarsi su una pista di ricerca che in Italia ? contrariamente ad altri paesi ? è ancora ben poco ?organica? alla storiografia accademica.

Stefano Magagnoli