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Grazia Pagnotta – Sindaci a Roma. Il governo della Capitale dal dopoguerra a oggi – 2006

Grazia Pagnotta
Roma, Donzelli, 184 pp., euro 12,90

Anno di pubblicazione: 2006

Versione riveduta e ampliata di All’ombra del Campidoglio. Sindaci e giunte di Roma dal dopoguerra al 1993, pubblicato in allegato a «Il Manifesto», questo agile volume rimanda fin dal titolo, ripreso quasi letteralmente, al noto lavoro di Alberto Caracciolo dedicato a I sindaci di Roma. La ricostruzione di Pagnotta offre un interessante spaccato di una capitale, che non è solo il centro politico del paese, ma anche retaggio e simbolo di altre capitali (dell’Impero e della Chiesa). Il libro illustra il ruolo e l’azione della classe dirigente municipale di cui si evidenziano i legami con la politica nazionale e con i potentati economico-finanziari, il confronto con gli organi deputati alla difesa della città artistica, in particolare la Soprintendenza per i beni archeologici, e i peculiari rapporti coltivati con la Chiesa e il Vaticano. Di grande interesse appaiono gli estremi cronologici prescelti per indagare il governo comunale. Se, infatti, il termine a quo, il secondo dopoguerra, marca il ritorno del sindaco a capo dell’ente locale dopo l’esautorazione del periodo fascista, la scelta di condurre l’indagine sino ad oggi consente di illuminare il ruolo dei primi cittadini dal punto ove la ricostruzione di Caracciolo li aveva lasciati: il 1993. E l’interesse nasce dal carattere periodizzante di tale data, che vede l’introduzione dell’elezione diretta del sindaco. In realtà l’autrice, solo latamente attenta agli aspetti storico-istituzionali, non si sofferma ad analizzare la portata di un provvedimento che, a pochi anni dalla riforma delle autonomie del 1990, consente al sindaco di sperimentare un inedito protagonismo dovuto al massimo grado di legittimazione popolare e di sganciarsi dalla tradizionale, stringente dipendenza dai partiti, grazie all’introduzione di un sistema di elezione del Consiglio che favorisce la costituzione di solide maggioranze. Lo sforzo investigativo dell’autrice ? al di là del fuorviante sottotitolo del volume: Il governo della Capitale ? è dedicato in effetti al governo dello spazio urbano e, dunque, alle politiche pubbliche che insistono sugli aspetti urbanistici, per mostrare come l’intervento sulla forma fisica costruita sia tutt’uno con la storia e l’identità della città. Pausate dall’avvicendarsi dei cicli di governo cittadini, affiorano le idee di città cui hanno guardato le diverse giunte comunali: alla capitale dell’Impero fascista subentra «la città burocratica e non industriale » su cui la DC costruisce l’immagine di «capitale religiosa», quindi la moderna «capitale industriale» del PCI, la «metropoli democratica» degli anni Sessanta, la «metropoli ricomposta dalla sua contrapposizione centro-periferia» del sindaco comunista Luigi Petroselli, la città della modernizzazione dei socialisti, la capitale istituzionale della svolta del 1990 e la «città come comunità» dell’attuale sindaco Walter Veltroni fino a spingere lo sguardo alla «città del futuro».

Elisabetta Colombo