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Guido Formigoni – Alla prova della democrazia. Chiesa, cattolici e modernità nell’Italia del ‘900 – 2008

Guido Formigoni
Trento, Il Margine, 266 pp., euro 15,00

Anno di pubblicazione: 2008

Non deve essere stato un lavoro facile per l’a. raccogliere e talora riscrivere alcuni saggi stesi tra il 1998 e il 2006 intorno ad una riflessione, non certo episodica, sulla fine dell’esperienza democristiana come espressione dei cattolici nella vita politica nazionale. Ponendo la riemergente «questione cattolica» nel contesto del rapporto tra Chiesa cattolica e modernità, egli ha inteso dare un profilo di ampio respiro alle proprie riflessioni sopra alcuni momenti e figure che hanno influito sul cattolicesimo politico dell’Italia: dal mito guelfo nella tradizione cattolica al partito novecentesco d’ispirazione cristiana, dall’analisi del cattolicesimo democratico al popolarismo sturziano; centrali i capitoli dedicati alle figure di Dossetti, Lazzati e Moro. Formigoni non si è sottratto, infine, dal misurarsi, sia pure con la dovuta sintesi, con il rapporto continuità/ rottura nel Concilio Vaticano II, con il conflitto scelta religiosa / neo intransigentismo nella Chiesa italiana, con la tematica unità/pluralismo nel cattolicesimo politico italiano, giungendo a ripercorrere la recente stagione dell’episcopato italiano guidato da Ruini. La riflessione necessariamente alta (anche se si nota la differente cifra stilistica che distingue un saggio dall’altro) vela appena il consapevole «carattere schierato» (p. 11) dell’impostazione generale del denso volume di uno storico che è anche presidente dell’Associazione Città dell’uomo. Così, l’impressione complessiva del volume resta quella di essere testimonianza della maturazione di un «percorso di ricerca» (p. 11) di un esponente della storiografia cattolica. Il cui apice appare ben rappresentato dalle domande che egli pone nelle belle pagine introduttive circa la necessaria connessione che nella ricostruzione storica dovrebbe sempre essere istituita tra la Chiesa, i cattolici e la più generale storia italiana. Invece, lamenta giustamente l’a., ci troviamo spesso di fronte a studi «sui rapporti Chiesa ? società che mettono uno di fronte all’altro, senza coglierne gli effettivi snodi [?] di influenze reciproche» (p. 10), che sono strutturati secondo logiche tutte interne ad un solo aspetto della complessa realtà storica. Sono queste stesse considerazioni introduttive che sembrano introdurre un severo metro di valutazione su alcuni capitoli che compongono il volume, i quali non potevano avere (anche per le esigenze che li avevano mossi) i caratteri che assai acutamente lo stesso a. rivendica; ma sono considerazioni quanto mai necessarie per ben impostare l’attuale stagione storiografica, che da sole meritano il libro.

Andrea Ciampani