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Guido Zucconi (a cura di) – La grande Venezia. Una metropoli incompiuta tra Otto e Novecento – 2002

Guido Zucconi (a cura di)
Postfazione di Mario Isnenghi, Venezia, Marsilio, pp. 191, euro 27,00

Anno di pubblicazione: 2002

L’opera collettiva diretta da Guido Zucconi, docente presso lo IUAV di Venezia, è una raccolta di diciotto saggi redatti da ricercatori di storia dell’architettura e dell’urbanistica di diversa provenienza. Nel processo di trasformazione urbana, dalla fine Ottocento al secondo dopoguerra, la città ha assunto i connotati della metropoli. Scegliendo il titolo La grande Venezia. Una metropoli incompiuta, Guido Zucconi vuole sottolineare che si debba, in realtà, prendere in considerazione una storia fatta di anomalie, discontinuità, fantasie e ambizioni che hanno rimesso in discussione lo stesso concetto di metropoli.
Tra gli obbiettivi di questo volume vi è quello di contraddire gli stereotipi su Venezia, ?urbs moritura?. Negli anni tra Otto e Novecento Venezia è al centro di un progetto ardito e contraddittorio, che mira a “fare riemergere dalla laguna una grande città, secondo termini assai più complessi e comunque diversi che in passato” (p. 14). Questioni come la modernizzazione e lo sviluppo industriale sono presenti nei programmi e nelle ambizioni non solo dei tecnici ? architetti e ingegneri ? ma anche delle élites imprenditoriali e politiche. Il processo di espansione della città comprende la creazione di due nuovi poli, la città del tempo libero (il Lido) e la città del lavoro (Mestre), nel mezzo dei quali l’insula veneziana assume le caratteristiche di “un centro propulsore di una metropoli poli-funzionale, articolata su un territorio che ora abbraccia laguna, terraferma ed estuario marittimo” (p. 13).
Questo sistema è reso possibile da una serie di interventi infrastrutturali di accesso e di servizio, che comprendono tra gli altri: la stazione marittima (1868), il porto Marghera (1909), il terminal automobilistico e il nuovo ponte translagunare, realizzati negli anni Trenta del Novecento, la nuova stazione ferroviaria, costruita nel 1955 dopo l’interruzione della guerra e un lungo iter concorsuale e amministrativo. Tutti i saggi del volume, supportati da accurate ricerche condotte presso l’Archivio Storico comunale e gli archivi cittadini, ricostruiscono le vicende progettuali e di realizzazione delle opere strutturali ed urbanistiche ed individuano i diversi protagonisti della trasformazione, che sono, in prevalenza, tecnici comunali, amministratori, ingeneri, architetti, imprenditori, società immobiliari. Il comune denominatore di queste ricerche è la dimostrazione della difficoltà di ricostruire una storia lineare secondo un modello temporale codificato. L’approccio storiografico, che emerge da questo volume, propone la storia urbana come un racconto fatto di discontinuità e variazioni. La città è intesa come stratificazione di conoscenze, di pratiche e di conflitti, da cui prende origine la presunta incompiutezza della metropoli Venezia. In questo senso è utile la riflessione di Bernard Lepetit: “La ville tout entière, parce qu’elle et construite par fragments et inscrite dans la durée, échappe presque toujours et pour presque tout aux intentions de ses promoteurs” (Actualités du contemporain, Paris, Seuil, 2000).

Cristina Accornero