Cerca

Il Capo. La Grande Guerra del generale Luigi Cadorna

Marco Mondini
Bologna, il Mulino, 388 pp., € 26,00

Anno di pubblicazione: 2017

Uscita, non casualmente, alla vigilia dell’anniversario della disfatta di Caporetto,
l’opera è frutto di indagini svolte presso vari archivi – come quello Centrale dello Stato e
quello dell’Ufficio storico dello Stato maggiore dell’Esercito, l’Archivio del Museo della
Guerra di Rovereto e quelli del Risorgimento a Milano e Vicenza –, di materiali raccolti
dall’a. in almeno tre lustri di lavoro attorno a temi legati alla storia delle forze armate e
delle loro rappresentazioni tra prima guerra mondiale e fascismo, di riflessioni più recenti
elaborate nel corso del centenario della Grande guerra. Le varie tipologie di fonti esaminate
concorrono a fornire una documentazione articolata su cui basare questa importante
biografia dell’uomo che tra l’estate 1914 e l’autunno 1917 guidò le forze armate del Regno,
impegnate in un conflitto tanto più grande quanto diverso dalla guerra che era stata
studiata nelle scuole militari, o immaginata da intellettuali e rampolli delle nobiltà e delle
élite d’Italia, come d’Europa.
L’opera si apre portando il lettore nella scena che chiude la vita di Cadorna, ovvero
con una descrizione delle immagini trasmesse dai cinegiornali Luce, nel dicembre 1928,
per gli «austeri funerali di Sua Eccellenza il Maresciallo d’Italia Luigi Cadorna» e, nel
maggio 1932, per la traslazione della salma «nel mausoleo dedicato alla memoria del
condottiero», in modo da offrire lo spunto per una riflessione sulla costruzione delle memorie
e delle storiografie riguardanti Cadorna che, per l’a., sono da sempre divise in due
campi: quello dei sostenitori entusiasti e quello dei detrattori arrabbiati (pp. 7-12). Sulla
battaglia della memoria Mondini torna nella parte conclusiva del volume (pp. 307-312),
richiamando nuovamente le polemiche del 1919 sulla ritirata dall’Isonzo al Piave, quando
furono presentati i risultati della Commissione d’inchiesta, e gli sviluppi successivi di un
confronto scandito anche dalle tante opere di bilancio redatte dallo stesso Cadorna, ed
esaminate nel volume. All’interno di questa cornice, i capitoli del libro seguono un ordine
cronologico. Si prendono le mosse dagli anni di formazione e dalle ingombranti origini
familiari di Cadorna per descrive l’«ascesa» (parte prima, pp. 21-134), per poi mettere a
fuoco il baricentro dell’opera con i tre capitoli centrali dedicati alla preparazione e alla
condotta della Grande guerra (capitoli 4-6). Il lavoro si chiude con la terza e ultima parte
riservata alla «caduta» (pp. 245-306).
Che il tema sia di attualità lo hanno dimostrato anche alcune discussioni sorte
cent’anni dopo, riguardo a storia e memoria di Caporetto, oltre che ai monumenti pro
Cadorna e a una toponomastica trasmessa dal Regno alla Repubblica. Il volume, dunque,
offre una lettura originale e stimolante della vita di uno dei protagonisti principali della
storia militare e politica per una fase decisiva del ’900 italiano, lasciando aperte alcune
piste d’indagine su cui forse l’a., o altre persone, potranno in seguito tornare.

Roberto Bianchi