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Il caso Berneri. Antifascisti italiani nella Spagna rivoluzionaria (1936-1937)

Saverio Werther Pechar
Roma, Edizioni Anppia, 268 pp., s.i.p.

Anno di pubblicazione: 2018

La guerra civile spagnola è stata uno dei conflitti centrali nella storia del ’900 euro- peo ed è stata, in particolare, la sua dimensione internazionale ad aver da sempre interes- sato gli studiosi. Il volume in oggetto, frutto della rielaborazione di una tesi di dottorato, si propone di far luce su uno degli episodi più conosciuti, e forse più dibattuti, della parte- cipazione dell’antifascismo italiano alle vicende spagnole: l’assassinio del leader libertario Camillo Berneri avvenuto nel maggio 1937 a Barcellona. Anche a fronte di alcune riven- dicazioni coeve da parte dei comunisti italiani, pareva che su questo omicidio non ci fosse ormai molto altro da aggiungere.
L’a., servendosi di una considerevole mole di documenti provenienti da numero- si archivi europei, riesce a riaprire la vicenda mettendo in relazione questo delitto con l’uccisione, avvenuta pochi mesi prima e molto meno conosciuta, dell’antifascista (ed ex fascista) italo-ungherese Baldassare Londero e con la conseguente scomparsa di alcuni preziosi che Londero avrebbe dovuto portare fuori dalla Spagna. Nella vicenda, secondo l’a., avrebbero giocato un ruolo cruciale tanto il nazionalismo catalano quanto lo spionag- gio fascista. In estrema sintesi l’a. sostiene che Berneri sarebbe stato vittima di una sorta di regolamento di conti all’interno del campo repubblicano spagnolo che avrebbe avuto come mandante il socialista Angel Galarza, per il quale proprio Londero avrebbe lavo- rato quando era stato ucciso. Sorprendentemente, e nonostante l’a. non sia in grado di presentare la prova definitiva, la pista dell’omicidio politico di matrice comunista sembra obbiettivamente raffreddarsi.
L’a. si dimostra in grado di «navigare» attraverso un’importante mole di documenta- zione primaria proveniente da più archivi europei. Al contempo si è però colti dall’impres- sione che lo stesso a. rimanga spesso quasi schiacciato tanto dalle fonti quanto dalle vicen- de che vuole ricostruire. Questo capita, ad esempio, quando l’a. si affida semplicemente a lunghissime (e a tratti estenuanti) citazioni integrali di documenti che possono arrivare ad occupare più pagine. In tal senso, anche per favorire il lettore, avrebbe sicuramente giovato un utilizzo più snello delle fonti primarie, magari coadiuvato da un’appendice documentaria. Quest’ossessione per le fonti si riflette anche nella sostanziale assenza della ricchissima bibliografia secondaria ormai disponibile. Mancano troppo spesso, infine, dei riferimenti alle vicende generali in cui si inseriscono quelle ricostruite nel volume e questo lo rende difficilmente fruibile da non addetti ai lavori.
In sintesi, pensiamo che questo lavoro avrebbe necessitato di un ulteriore passag- gio nella sua trasformazione da tesi di dottorato in volume. Nonostante questo, ci pare che emerga chiaramente dal volume come ancora tanto ci sia da indagare, e da scrivere, sull’intervento dell’antifascismo italiano nella guerra civile spagnola; proprio per questo il nostro auspicio è che l’a. continui ad interessarsi a queste vicende e ci fornisca nuove risposte ai tanti interrogativi ancora aperti.

Enrico Acciai