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Il Vangelo socialista. Rinnovare la cultura del socialismo italiano

Bettino Craxi, Virgilio Dagnino, Luciano Pellicani
Torino, Nino Aragno, 230 pp., € 18,00

Anno di pubblicazione: 2018

Nell’agosto del 1978 Bettino Craxi, da poco più di due anni segretario del Partito socialista, pubblicò sull’«Espresso» un lungo articolo dal titolo Il Vangelo socialista, desti- nato ad avere un grande impatto nel dibattito teorico-politico e nella storia della sinistra italiana. La genesi e la stesura dell’articolo registrarono il coinvolgimento di un giovane e brillante sociologo, Luciano Pellicani, che nello stesso periodo stava sviluppando un intenso carteggio con Virgilio Dagnino, intellettuale, uomo d’affari e politico socialista milanese. Il volume, che trae il titolo dall’articolo di Craxi ed è curato da Giovanni Sci- rocco, contiene sia l’articolo stesso che il carteggio Dagnino-Pellicani, e così permette di immergersi nel clima intellettuale e politico di quegli anni.
Nell’Introduzione, Giovanni Scirocco, con le sue consuete doti di chiarezza esposi- tiva e profondità analitica, offre al lettore un’ampia contestualizzazione, corredata da un apparato di note e di riferimenti di grande utilità. Craxi intendeva valorizzare l’autonomia ideologico-politica del Psi, per sottrarlo dalla pressione di Dc e Pci, che in quel momento raccoglievano circa il 70 per cento dei voti. Grazie a iniziative abili e spregiudicate, tra le quali un ruolo di primo piano fu svolto proprio da Il Vangelo socialista, il segretario del Psi «riuscì contemporaneamente – osserva Scirocco – a ridare vitalità all’azione del suo partito, liberandolo dallo storico complesso di inferiorità nei confronti dei comunisti, e a delineare la possibilità di una leadership alternativa» (p. VIII). Infatti l’articolo, che suggeriva un recupero del pensiero di Proudhon e delineava «le possibili fondamenta di un socialismo non marxista, autogestionario» (p. XX), suscitò vasti consensi nella base e nel corpo del partito: «anche coloro che manifestavano perplessità di carattere ideologico riconoscevano a Craxi il merito di aver ridato orgoglio e identità al partito» (p. XLI).
I due protagonisti del carteggio, Dagnino e Pellicani, appartenevano a due genera- zioni distanti e provenivano da un retroterra sociale e culturale differente. Il primo, nato nel 1906 in una famiglia di ascendenze mazziniane, aveva coniugato l’attività di banchiere e uomo d’affari con la militanza socialista, pagando anche il prezzo dell’arresto nel 1928. Il secondo, nato nel 1939 in una famiglia di tradizione comunista, stava svolgendo una brillante attività scientifica che lo avrebbe condotto alla cattedra di Sociologia alla Luiss. Proprio le differenze resero il loro incontro l’occasione di uno scambio vivace e fertile. Le pagine del carteggio spaziano perciò tra temi diversi, dal marxismo al socialismo li- bertario, fino a temi di stringente attualità come la spettacolarizzazione della politica, consentendo in tal modo di ricostruire con chiarezza l’atmosfera nella quale prese forma l’operazione culturale de Il Vangelo socialista, con la svolta politica che ne seguì.

Paolo Mattera