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Il Vaticano e Hitler. Santa Sede, Chiesa tedesca e nazismo (1922-1939)

Alessandro Bellino
Milano, Guerini e Associati, 346 pp., € 28,00

Anno di pubblicazione: 2018

L’apertura degli archivi vaticani relativi al pontificato di Pio XI, come noto, ha con- sentito agli studiosi di avvalersi di una cospicua mole documentale che ha contribuito ad arricchire la conoscenza di anni cruciali del ’900. Nell’imminente apertura degli archivi vaticani per il periodo relativo al pontificato di Pio XII appare di indubbio interesse leggere il presente lavoro.
Dopo un excursus sui rapporti tra Chiesa e nazismo, che denota una solida conoscenza del dibattito storiografico, l’a. si concentra sull’ascesa del fenomeno nazional- socialista e sulle inevitabili ripercussioni della sua ideologia nella cultura cattolica. Un problema in primis dottrinale, come chiarì nel 1932 l’episcopato tedesco affermando l’incompatibilità tra cattolicesimo e nazismo, condannandone l’«inganno religioso» (pp. 62-84). Come si evince dalla documentazione i vescovi tedeschi erano stati chiamati a coniugare quel problema politico con le esigenze pastorali di una Chiesa che appariva non ancora del tutto consapevole della reale natura del nazionalsocialismo. E se sette mesi più tardi la smentita di quel documento appare decisiva – giacché «i vescovi tolsero di fatto le barriere ideologiche e dottrinali» fino a quel momento poste tra cattolicesimo e nazismo (p. 124) – essa può esser compresa solo se inserita nel più ampio quadro della lotta al radicalismo comunista; preoccupazione costante che indusse l’episcopato a ricostruire attorno a sé l’unità dei cattolici e a abbandonare lo Zentrum al suo destino. Scelta che faceva seguito alle dure critiche espresse dalla Santa Sede verso il partito dei cattolici e che sancirà la fine del cattolicesimo politico tedesco. Interessante, infine, l’analisi dei processi contro il clero per reati finanziari e sessuali, strumentalmente utilizzati dalla propaganda nazista per screditare l’azione educativa e pastorale della Chiesa.
Ciò che sorprende è l’insistenza dell’a. nel voler dedicare le ultime pagine alle azioni di contrasto della Chiesa all’espansione della dottrina nazista in Europa, tema interessante, ma complesso e liquidato frettolosamente, mentre forse avrebbe meritato un lavoro a parte.
Con questo libro, ben scritto e scientificamente rigoroso, all’a. deve essere riconosciuto il merito di aver contribuito ad arricchire la riflessione storiografica sul rapporto tra Chiesa e nazismo grazie all’analisi di un corpus documentale di fonti tedesche a oggi poco studiate. Ciò ha permesso all’a. di allargare l’orizzonte di indagine che consente di meglio comprendere l’evoluzione di scenari solo apparentemente lontani dal Vaticano.

Luca Lecis