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Italy and the Second World War

Emanuele Sica, Richard Carrier (eds.)
Leiden, Brill, XV-366 pp., € 205,00

Anno di pubblicazione: 2018

L’interesse degli storici per le vicende della seconda guerra mondiale continua a
non mostrare segni di affievolimento. Dalle storie generali agli approfondimenti tematici,
sono infatti decine i volumi che annualmente vengono pubblicati su ogni aspetto
del conflitto. In questo contesto di abbondanza editoriale, tuttavia, la partecipazione
italiana al conflitto – per quanto studiata sempre più in dettaglio e con prospettive
innovative in Italia – manca di una presenza significativa sugli scaffali delle biblioteche
di lingua inglese.
La raccolta di saggi, nel tentativo di fornire una risposta a questa esigenza, si concentra
sull’esperienza di guerra italiana, spesso marginalizzata nella ricerca internazionale
dall’attenzione prestata nei confronti della Germania nazista, senior partner dell’Asse.
Gli aa. lo fanno esaminando le vicende relative al coinvolgimento dell’esercito italiano
nei diversi teatri di guerra attraverso il punto di vista tanto di civili e soldati italiani
quanto delle popolazioni soggette a occupazione italiana.
Il volume si struttura in quattro sezioni che si succedono in senso prima cronologico,
poi tematico. Le prime due sono infatti dedicate alle due fasi della guerra italiana,
che videro il paese prima occupante (1940-1943), poi occupato (1943-1945). Le ultime
si concentrano invece sul portato della transizione postfascista, sull’eredità delle violenze
tedesche in Italia e sulla partecipazione delle minoranze etniche alle diverse campagne
militari italiane in Europa e Africa. Riportando le vicende dell’Italia in guerra al centro
della narrazione degli anni 1940-1945, il lavoro degli aa. può fornire al lettore un utile
aggiornamento su alcune delle più importanti tendenze storiografiche che in Italia si
sono sviluppate di recente sul tema. Diversi sono gli studi maturati negli ultimi anni e la
storiografia degli italiani sull’Italia durante la guerra si è aggiornata, integrandosi sempre
di più nella comunità internazionale e battendo nuovi percorsi di ricerca.
Così come riportato nell’Introduzione del collettaneo, già nel 2015 John Gooch
asseriva che «for the reader with no Italian, coverage of Italy’s war is patchy and generally
unsatisfactory» (p. 1). È vero infatti che il lettore anglofono, spinto dall’assenza
o dalla marginalizzazione del ruolo svolto dall’Italia fascista nel creare ed esasperare le
condizioni necessarie allo scoppio e all’allargamento del conflitto in Europa, è portato
a sottovalutare il peso dell’Italia, troppo spesso vista come mero teatro secondario per
potenze straniere e non attore dinamico e comprimario. Nel complesso, i 14 saggi
che compongono il volume forniscono un affresco convincente del percorso italiano
nel cruciale 1940-1945 e contribuiscono a ribaltare questa percezione. Il volume, pur
presentando alcuni dei problemi connaturati a molte opere collettanee – quali una
scarsa sistematicità e organicità di alcuni interventi –, al contempo ne evidenzia i pregi,
a partire dall’ampiezza delle tematiche affrontate e dal carattere innovativo di alcuni
saggi.

Marco Maria Aterrano