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Ivan Tognarini, Angelo Nesti – Archeologia industriale. L’oggetto, i metodi, le figure professionali – 2003

Ivan Tognarini, Angelo Nesti
Roma, Carocci, pp. 262, euro 23,80

Anno di pubblicazione: 2003

Il volume costituisce uno dei primi manuali italiani di archeologia industriale dopo le traduzioni di quelli classici britannici degli anni Sessanta e Settanta ? ed ormai spesso invecchiati ? e copre un vuoto piuttosto significativo dell’attuale panorama editoriale. Il tentativo di abbracciare in un unico sguardo d’insieme approcci metodologici, tematiche istituzionali e linee di dibattito di un ambito di studi relativamente giovane e dinamico, ne fa un punto di riferimento non solo per la didattica, ma anche come ricognizione degli indirizzi recenti di un’area di confine tra discipline e contributi specialistici diversi. Concretamente, il lavoro si divide in due parti. Nella prima si fa il punto su una serie di questioni di storia dell’industria, che costituiscono il retroterra concettuale dell’archeologia industriale. Le forme dell’organizzazione del settore secondario ? dall’industria domestica, alla protoindustria, al sistema di fabbrica ? e i concetti di prima e seconda rivoluzione industriale vengono analizzati in modo piano e metodologicamente avvertito, lasciando poi spazio ad alcune sintesi sullo sviluppo di specifici settori manifatturieri, che in vari casi ? da quello del vetro a quello dei laterizi ? tracciano profili storici originali e difficilmente reperibili nella manualistica corrente. Nella seconda parte, il volume si occupa anzitutto del dibattito attorno all’archeologia industriale: muovendo dalla nascita della disciplina nell’Inghilterra degli anni Cinquanta e Sessanta, la trattazione si snoda poi tra le rivisitazioni dell’originaria impostazione britannica da parte di altre prospettive nazionali ? in primis quella francese ? e la declinazione delle problematiche della disciplina nello specifico del contesto italiano. Si illustra così il passaggio dal concetto di ?monumento industriale? a quelli più complessi e metodologicamente corretti di ?panorama?, ?sito? ed ?area industriale?, tendenti a inserire il reperto nel suo contesto sociale e territoriale. Si fa il punto sul dibattito attorno all’arco temporale di pertinenza della disciplina, individuando nelle testimonianze delle origini e dell’evoluzione della moderna civiltà industriale e del sistema di fabbrica che la contraddistingue, un campo di indagine scevro delle rigidità dell’iniziale sovrapposizione alla rivoluzione industriale inglese, ed al tempo stesso non identificabile tout court con la totalità delle opere dell’ingegno tecnico umano, ?des pyramids au plus minuscole des transistors?, come vorrebbe la pur suggestiva formula di Daumas. Soprattutto, si traccia per questa via una definizione dell’archeologia industriale, o meglio dello studio e del recupero del patrimonio industriale, come di un ambito pluridisciplinare aperto non solo al contributo di storici economici, della tecnologia o ? specie in Italia ? dell’architettura, ma anche ad amministratori, conservatori di musei, urbanisti, rappresentanti del mondo associativo e delle collettività territoriali. A completare il quadro sta infine un’ampia e stimolante rassegna delle fonti, delle metodologie e delle tecniche d’indagine, che spazia da quelle archeologiche a quelle orali e iconografiche, agli strumenti archivistici, alla catalogazione.

Francesco Chiapparino