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La Cassa per il Mezzogiorno e la Banca Mondiale. Un modello per lo sviluppo economico italiano

Amedeo Lepore
Soveria Mannelli, Rubbettino, 327 pp., € 23,00

Anno di pubblicazione: 2013

Al centro del libro sono gli otto prestiti concessi dalla Banca Mondiale alla Cassa per il Mezzogiorno dal 1952 al 1965, in totale quasi 400 milioni di dollari. Già tracciata da Paganetto e Scandizzo, Curli, D’Antone e altri, la vicenda viene puntualmente ripercorsa dalla prospettiva della Birs. L’a. sottopone al lettore italiano preziose fonti inedite, digitalizzate e rese accessibili dal 2010 sul sito della Banca Mondiale. Il nucleo principale del volume, circa due terzi, da p. 65 a p. 258, è costituito da parafrasi delle relazioni prodotte dalla Birs al momento dell’erogazione di ciascun prestito, dagli accordi col governo italiano, e da qualche intervista a tecnici della Birs coinvolti nel negoziato. Questo corpus antologico, raccolto da un’équipe coordinata da Lepore, viene corredato da: la prefazione, il primo capitolo e le conclusioni dell’a., l’introduzione di Giuseppe Di Taranto, e due saggi di Riccardo Padovani e Paolo Savona.
L’a. segue una tradizione robusta, targata Svimez, che rivaluta il lavoro svolto dalla Casmez, la sua impostazione innovativa anche sul piano teorico e il ruolo dei tecnici (Rosenstein-Rodan su tutti) e dei «nittiani», nel persuadere la Birs a superare l’impostazione bancaria di prestiti a singoli progetti per concedere prestiti generici a un’area arretrata (dai project loans agli impact loans). Non si misura però con la dimensione politica di quel percorso, né con gli intrecci tra i prestiti Birs e le altre misure di sostegno estero al centrismo. La doppia paternità nazionale e internazionale dell’intervento straordinario nel Mezzogiorno – richiamata dall’a. – pare doversi interpretare nel quadro complessivo delle oscillanti politiche statunitensi, come emerge dal dibattito sullo sviluppo affrontato ad esempio dai lavori di Alacevich e di Villani. Lo suggeriscono le modifiche dei prestiti alla Casmez registrate dall’a. Dal 1956 – passata la fase più acuta dello scontro politico e del riarmo – salgono rapidamente gli importi, dai $ 10 milioni del 1952 e 1953 si salta ai $ 70 milioni, mentre si ritorna progressivamente a progetti singoli. La lettura delle relazioni Birs, pur appesantita dalle frequenti ripetizioni interne in quanto per ogni nuovo prestito si ripercorreva la vicenda di quelli pregressi, offre una descrizione accurata dei termini dei prestiti e dell’andamento della Casmez (tabb. 1.2 e 4.2). Si conferma quanto si poteva sin qui solo ipotizzare, ossia la continuità rispetto al Piano Marshall. La Banca Mondiale prestava attraverso un giro complesso preziosi dollari (o altre valute) allo Stato, che servivano a sostenere la bilancia dei pagamenti, mentre la contropartita in lire cofinanziava la Casmez e gli istituti di credito speciale (pp. 21-23). I programmi sostenuti dalla Birs si indirizzavano in origine allo sviluppo agrario e infrastrutturale, ma dal 1956-57 anche all’industrializzazione.
È positivo che si possa costruire un libro su fonti digitali, anche se esse impongono qualche cautela metodologica, in quanto sono rilevanti per un capitolo della storia repubblicana ancora da scrivere. Diventa ora possibile avviare un confronto sistematico e riprendere in mano la lunga storia della Casmez.

Carlo Spagnolo