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La Causa montana. Michele Gortani, geologo, costituente, senatore

Oscar Gaspari (a cura di)
Milano, Cai, 223 pp., € 20,00

Anno di pubblicazione: 2017

Il volume si sofferma sulla figura del padre costituente friulano Michele Gortani
(1883-1966), una personalità ben nota a livello locale, ma poco conosciuta sul piano
nazionale, tanto che la sua voce è colpevolmente mancante nel Dizionario biografico
degli italiani.
Laureato nel 1904 in Scienze naturali all’Università di Bologna, dal 1908 Gortani
insegnò Geologia presso l’Ateneo bolognese, dapprima come libero docente, e quindi
(1924-1953) come professore ordinario. Alpinista e speleologo, si iscrisse nel 1908 alla
Società alpina friulana, sezione udinese del Club alpino italiano. Nello stesso periodo fu
attivo nella pionieristica associazione ambientalista Pro-montibus et silvis e nel Comitato
nazionale per il paesaggio e i monumenti italici. Deputato nella XXIV legislatura del
Regno (1913-1918), nella Grande guerra fu volontario nel corpo degli alpini e in questa
veste, nonostante la sua condizione, scontò un mese di carcere militare per le critiche che
rivolse al comando supremo. Durante gli anni del fascismo Gortani operò come studioso,
lavorando tra l’altro ad un’importante ricerca sulle montagne friulane all’interno di un
uno studio sullo spopolamento montano promosso dal Consiglio nazionale delle ricerche
e dall’Istituto nazionale di economia agraria.
Membro dell’Assemblea Costituente come deputato della Democrazia Cristiana, a
lui si deve l’inserimento in Costituzione del secondo comma dell’art. 44: «La legge dispone
provvedimenti a favore delle zone montane» e dell’art. 45: «La legge provvede alla
tutela e allo sviluppo dell’artigianato». Dal 1948 al 1953 fu senatore e diede impulso alla
prima legge per la montagna (1952) e pose le basi per quella sul sovracanone idroelettrico,
vigente dal 1953.
Negli stessi anni Gortani guidò la Comunità carnica e il Consorzio del bacino imbrifero
montano del Tagliamento, mentre nel 1963 fondò a Tolmezzo il Museo carnico
delle arti popolari, che gli è stato poi dedicato.
Nel saggio principale contenuto nel volume il curatore Oscar Gaspari ricostruisce i
passaggi storici relativi ai due emendamenti promossi da Gortani, la cui lettura congiunta
– sostanzialmente sconosciuta alla storiografia, compresa quella costituzionale – permette
di ricostruire il ruolo avuto dal parlamentare carnico e di cogliere come esso non sia derivato
da un impulso individuale, ma fosse il frutto di una sensibilità diffusa e trasversale,
che vedeva la montagna come questione unitaria, riguardante un quinto della popolazione
italiana e un terzo della superficie della penisola.
Al corposo saggio di Gaspari il volume accosta una lunga serie di scritti d’occasione,
redatti da rappresentanti di enti e istituzioni più o meno (o per nulla) legati alla figura
di Gortani e al suo operato. Nell’economia di una pubblicazione di questo tipo l’intento
– di per sé positivo – di dimostrare un’attenzione ampia e plurale alla montagna collide
purtroppo con pagine di scarso o nessun valore e originalità, talora ridondanti, talora
eccentriche, che abbassano il livello qualitativo del volume.

Stefano Morosini